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'Fare dei luoghi di provincia il motore del futuro'. Le poesie della Soleri conquistano i giovani del Cag di Casette d'Ete

17 Ottobre 2022

SANT'ELPIDIO A MARE - Una sorpresa Giorgia Soleri: bella quanto profonda, affascinante quanto seria. È tutto questo La signorina Nessuno, dal titolo del suo libro di poesie che è stato protagonista all’auditorium Della Valle di Casette d’Ete. Una scrittrice scelta non a caso dalla cooperativa EraFuturo che gestisce il Centro Giovanile e da Giulia Ciarapica, che dirige il nuovo festival Trasform-azioni che la Soleri ha inaugurato.

“Far tornare i luoghi di provincia al centro del presente e del futuro. Far circolare idee, persone, esperienze di vita. vogliamo creare energia in luoghi piccolini come può essere un quartiere o un piccolo paese di provincia di cui l’Italia è piena”. Questo è l’obiettivo che si è data Loretta Morelli, che guida il centro insieme ad altri soci.

Progetto finanziato, come il Cag, dalla famiglia Della Valle, “che ringraziamo supportandoci da nove anni”. Un centro che si occupa di giovani, di ragazzi, di ascoltarli, di stare con loro e di capire cosa farne di questo presente e di questo futuro. “Sono il centro del nostro lavoro. Altra categoria insieme con le donne spesso invisibile. Noi invece questo posto, la piccola Casette e i piccoli luoghi vogliamo che siano spazi accoglienti”.

Giorgia Soleri prima ancora che modella, fotografa e attivista è una poetessa” ricorda Giulia Ciarapica, book blogger, scrittrice e ideatrice del festival Trasform-azioni. Platea giovane, tante donne, ma non mancano gli uomini. Il libro la Ciarapica lo definisce corposo “per i temi che tratta nelle sue sezioni passando dalla dipendenza alla perdita, superando l’abisso per poi arrivare alla liberazione. C’è il dolore, ma come una farfalla poi la donna esce, emerge”. Un libro personale che però parla a tanti.

Giorgia Soleri, vestita completamente in fucsia, è stata perfetta per aprire il festival che punta a fare del piccolo qualcosa di grande. “Sono nata a Milano, ma sono cresciuta in provincia, in un piccolo paese di 1700 abitanti. per lunghissimo tempo mi sono vergognata di venire da un posto così piccolo, perché spesso era un insulto essere provinciale. e invece l’ho spogliato di significato negativo e l’ho riempito di nuovi concetti, come fate voi. Per questo sono contenta di essere qua, eventi così nella mia adolescenza sarebbero stati importanti”.

Il bello dell’incontro che scivola via senza alzare mai la voce, senza scadere nel gossip facile, la sua storia con Damiano dei Maneskin, ma restando grazie alla guida della Ciarapica incentrato sulle poesie, sull’affrontare una vita che da fuori sembrerebbe splendida e che invece nasconde sempre insidie.

La poesia è parte della sua vita da sempre, una passione che ha ereditato dalla mamma ‘single’ che era amante della letteratura. Ha iniziato a scrivere a dieci anni, per lei era la strada per superare l’emergenza comunicativa. Poi alle medie la crescita grazie a una professoressa di italiano che l’ha supportata. Ma siccome scriveva per esigenza e non per risultato, spesso le buttava. “Ne ho perse tantissime. Ma poi ho ricominciato al liceo dove ho iniziato anche a leggere poesie”.

L’incontro con un poeta sardo le ha dato la forza di presentare il suo testo a delle case editrici. Dove ha scoperto quanto l’apparenza contasse più dell’apparire. “Perché da modella che sui social ha foto completamente nuda mi sono sentita dire ‘non possiamo puntare su di lei, ha una immagine troppo compromessa’. Ma non ho mollato”.

E alla fine, come conclude Giulia Ciarapica, “un bel ciao a chi non ha creduto in te”. Visto che il libro è alla terza edizione e che soprattutto con la sua semplice bellezza in versi ha toccato temi tali che donne e uomini si sono riconosciuti nelle sue poesie, scoprendo la profondità che c’è dietro un bel corpo.

“Cresciamo con l’idea del principe azzurro e questo non fa altro che intensificare la dipendenza affettiva, ma dobbiamo essere consci che non bisogna avere bisogno di un’altra persona, ma che deve essere piacevole e bello vivere con l’altra persona” conclude la Soleri che in poche parole porta tutti dalla dipendenza alla rinascita.

Sembra un percorso semplice, ma leggendo le sue poesie si capirà che tale non è stato come si capisce da una che abbiamo scelto: ‘Pensi volare sia potente, ma non sai che le mie ali son cicatrici di quando, per non morire, ho imparato a spiccare il volo”.

Raffaele Vitali

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