PORTO SAN GIORGIO – La guerra prosegue, orami da due mesi e così l’accoglienza. Porto san Giorgio è una delle città più coinvolte e l’assessore ai servizi sociali, Francesco Tota Gramegna, fa il possibile insieme con le associazioni per garantire il miglior supporto alle famiglie, principalmente done e bambini, che sono arrivate in città.
“Abbiamo messo in campo risorse e continuiamo a coinvolgere le associazioni cittadine per favorire l’integrazione di bambini e famiglie” spiega l’assessore.
Al momento sono 77 gli ucraini residenti in città. “Intendiamo coinvolgere anche loro in favore dei propri concittadini. I nostri uffici, dopo la prima fase dell’emergenza, si sono attivati per chiedere alle associazioni locali (sportive, culturali e sociali) di segnalare la loro disponibilità ad offrire servizi o agevolazioni ai profughi, soprattutto minori, in relazione alle loro attività. Le prime indicazioni che ho avuto modo di raccogliere sono state positive”.
L’appello di Gramegna a chi è già ‘sangiorgese’ è di mettersi a disposizione, ore o giorni, come facilitatori linguistici. C’è poi l partita degli aiuti materiali, seguita dalla Protezione Civile che ha attivato diversi centri raccolta. “Attualmente le persone che vengono a ritirare i beni di prima necessità sono 93, di cui 43 minori – spiega il coordinatore del Gruppo di Protezione civile cittadina Luciano Pazzi -. Le scorte a disposizione sono quasi esaurite, possiamo andare avanti solo per altri pochi giorni, è necessario trovare una soluzione”.
L’appello è ai supermercati: “Servono iniziative di solidarietà per cercare di soddisfare le esigenze dei profughi che tra l’altro hanno consuetudini alimentari differenti dai nostri. l’emergenza è in corso, i cittadini ci aiutino” conclude il sindaco Loira.
