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Elezioni provinciali, Massucci ci riprova: "Mi candido". Ma contro chi e con chi è tutto da capire

21 Novembre 2021

MONTE VIDON COMBATTE – Bisogna immaginarlo Tano Massucci mentre scrive il comunicato con cui si autocandida alla presidenza della Provincia di Fermo. Lo avrà scritto a ‘bassa voce’, come è solito intervenire, ma con contenuto, durante le riunioni. Il sindaco di Monte Vidon Combatte il presidente lo vuole proprio fare. Non ha problemi a rimettersi in gioco dopo essere stato pompato e sgonfiato in 24 ore dal centrosinistra.

A convincerlo, facile pensarlo, deve essere stato anche un placet arrivato dal sindaco di Fermo, che era invece pronto pochi giorni fa a candidarsi contro spingendo Massucci a un passo indietro in favore di Ferranti e del progetto unitario. In mezzo a questo caos, si cerca sempre una alternativa, mancando una visione collettiva.

“L’accordo unitario che superava anche la mia candidatura lo avevo applaudito. Ma le vicende e le notizie di questi ultimi giorni hanno dimostrato che la scelta di un candidato unitario e di un’unica lista era il frutto di debolezze, quelle dei partiti alle prese con delle difficoltà interne, e quelle di un civismo che fatica a trovare spazi di ascolto” sottolinea il medico.

E così ecco che lui ci riprova. Di nuovo. “Osservando la confusione, sento il dovere civico e morale di mettere a disposizione la mia esperienza per la candidatura alla presidenza della Provincia di Fermo. L'esperienza di un sindaco che conosce il territorio, l'esperienza di un medico che vive la pandemia in prima linea, l'esperienza del primo vice presidente della provincia di Fermo”.

Chi lo sosterrà? Lui spera chiaramente i sindaci che si sono riuniti in questi giorni, anche se già in passato la sua candidatura non aveva unito. Ma siccome tutto cambia, vorrà anche provare a stanare Calcinaro, con cui condivide il percorso in maggioranza a Fermo.

Interessante sarà anche capire cosa decidono di fare i suoi 5 consiglieri, freddi di fronte all‘ipotesi Massucci-Pd, magari oggi più stimolati da una candidatura che non ha sponsor, ma una matrice chiara: “La mia storia e i miei valori che sono e rimangono quelli riformisti e solidali”. Per la serie, non sarà mai il candidato di Fratelli d’Italia e della Lega. Chissà quindi di chi. E soprattutto, contro chi? Perché se una cosa è certa, è che Ferranti non resterà l'unico nome sul tavolo.

r.vit.

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