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Elezioni, l'affondo di Vesprini: "Sono il garante di una grande coalizione. Porto San Giorgio è spenta, noi riaccendiamo la luce"

10 Giugno 2022

di Raffaele Vitali

PORTO SAN GIORGIO – “Dobbiamo osare, insieme riaccenderemo la luce”. Valerio Vesprini sale sul palco da solo alle 2145. E lo fa per dire subito grazie “a chi ci ha messo la faccia, chi ha supportato questo movimento, questo gruppo civico: “Vi chiedo un applauso per voi”. Il suo comizio finale è carico di rivalsa, di voglia di affermare la sua scelta, di chiarire anche il perché di una uscita anticipata da una coalizione in cui “c’era chi voleva sempre ribadire il suo peso specifico, ovvero il Pd”.

Rivendica la costruzione del suo progetto, “che va avanti da mesi”, di cui lui è il garante. Non parla subito di programma, ma di percorso: “Abbiamo incontrato tutti i quartieri, partendo da Santa Vittoria, fino a Pian della Noce. “La carica è arrivata dalla mia zona, dal mio quartiere. Ma poi ho trovato in ogni angolo di Porto San Giorgio la voglia di cambiare, di essere presenti, di partecipare. Qualcosa che in questi anni è stata dimenticata”.

Parla di scollamento tra città e Comune. “Ricuciremo, sapendo che tutti hanno voglia di cambiare un sistema di un’amministrazione che non è stata tra la gente e ha mancato di partecipazione”. Lo sa che ne ha fatto parte per nove anni, ma la quesitone ‘peso specifico’ lava via tutto. “Perché per loro i civici, non solo Vesprini, erano quelli utili solo per votare in Consiglio”.

È duro con i suoi ex compagni di viaggio: “Ho scelto di partire dal basso, dai cittadini. In questa campagna elettorale abbiamo portato il nostro programma, il nostro modo di fare, ma soprattutto l’entusiasmo che invece la città ha perduto. Qui si vive in una cappa di rassegnazione. È una città spenta: il nostro nemico è la città che si spegne”.

Alza il tono e tiene alta la concertazione della piazza, ben più piena di quella che poche ore prima ha accompagnato Gramegna: “Deve ripartire dai giovani Porto San Giorgio, dalle consulte che sono scomparse. E poi c’è il commercio che ha bisogno di essere accompagnato da eventi tutto l’anno. Dobbiamo tornare a essere pieni d’inverno, nei mesi in cui stiamo soffrendo e nessuno in questi anni ha fatto niente per quello”.

Serve per questo una città più belle: “Una città vivibile e sicura. Dopo dieci anni cosa può raccontare il Pd? L’abbandono reso palese dal concerto di Max Gazzè, con l’erba alta dappertutto. Non può essere questo che dobbiamo dare ai turisti”.

Di certo brandizzerà la città, “sfruttando i social in maniera propositiva e non negativa come oggi”. Alza la voce, urla ‘basta’ più volte. “Ho fatto l’assessore allo sport, ho investito in questo settore, ma bisogna fare molto di più. Bisogna intercettare fondi regionali e comunitari, senza strutture nuove è difficile pensare di fare turismo fuori dal periodo estivo”.

Punta sul piano di viabilità, che andrà fatto con i professionisti. “Dobbiamo coinvolgere i privati, sono una risorsa, non vanno demonizzati e dovremo convincerli a investire nella nostra città”.

E poi un passaggio sulla campagna elettorale: “Ci accusano di aver gettato la maschera, di aver fatto emergere i partiti. E invece no, sono loro che dovrebbero mettersi la maschera, per come hanno ridotto la città. La vera differenza è che il Pd ha sempre e solo voluto la città a disposizione, bloccando lo sviluppo. Io ci sono passato e me ne sono andato, sono lì solo per le poltrone. Oggi vedere insieme persone che si insultavano non è una storia nuova, è sempre la stessa storia con un Pd che parla di peso specifico. La differenza tra noi e loro è solo una noi abbiamo al centro la città e il cittadino, loro il partito”. L’applauso della piazza accompagna questo durissimo attacco alla coalizione dell’avversario Gramegna.

Un lungo passaggio dedicato agli ‘altri’ nel suo comizio per ribadire “che la città è spenta e rassegnata. Ma noi non ci stiamo. Riporteremo l’entusiasmo tra la gente, accenderemo la luce”. Dopo 22’ rivendica il suo ruolo: “Ho portato ai candidati il nuovo modo di amministrare, non legato alle polemiche, alle faide, ai pesi specifici ma alla città, alla disponibilità verso Porto San Giorgio, verso noi sangiorgesi”.

Il ringraziamento finale è per la sua famiglia “che mi ha supportato e sopportato. Che ha avuto pazienza nei periodi duri e di stress. Mia moglie, mia figlia e mia madre, per la prima volta qui ad ascoltarmi”. E poi l’appello al voto che chiude il lungo comizio: “Dobbiamo tornare a essere la città locomotiva di una provincia. Dobbiamo non solo dire si può, ma si deve. Non resta che accendere la luce” conclude mentre i Maneskin caricano la piazza.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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