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E alla fine arriva Weems: 9mila spettatori e un supplementare. La Vuelle non fa il miracolo: vince Bologna

26 Dicembre 2022

di Raffaele Vitali

PESARO – E poi accade che il tuo miglior uomo di giornata, quello che ha fatto tutte le cose utili per la squadra, Charalampoupolos, sbagli la tripla del sorpasso a 40 secondi dalla fine del tempo supplementare. E che invece, il miglior uomo di Bologna, quello che coach Scariolo aveva dimenticato a lungo in panchina, Weems, la segni. È il destino beffardo di una gara spettacolare, quella che la Virtus Bologna, capolista in discussa del campionato, ha vinto a Pesaro contro la Carpegna Prosciutto (82-87).

Difficile immaginare qualcosa di più bello per chi ama il basket i 9211 spettatori. Difficile, ma non impossibile: sarebbe bastata la vittoria. Ma la Vuelle ha mancato almeno due volte l’appuntamento con la storia. Soprattutto a fine quarto periodo quando con 16 secondi da giocare e palla in mano dopo il time put non è riuscita neppure a tirare, complice una pessima scelta di Moretti, che ha faticato tantissimo contro la staffetta di esterni di Bologna.

Quello l’epilogo, ma Scariolo l’ha vinta con l’azione prima, la tripla di Belinelli, che era stato semplicemente inguardabile per tutti i minuti in cui era stato in campo. Così va il basket, gioco di squadra in cui però la differenza la fanno i singoli, perché la mano più educata è difficile che perda.

Bologna nell’overtime le ha messe tutte in campo, da Teodosic, che ha segnato ma che esagerando ha anche perso u paio di palloni clamorosi, a Shengelia, che è senza ombra di dubbio il giocatore più forte visto in questa stagione alla Vitrifrigo Arena.

Pesaro ha fatto il suo, anzi ha fatto di più. Perché ha difeso come una squadra di Eurolega e ha subito solo quando il dettaglio fa la differenza. I primi due quarti sono volati via, con u dato: per Pesaro fare canestro da dentro l’area pitturata era praticamente impossibile. Maa pazienza, da tre punti la giornata era id quelle ‘di grazia’: 8/16. Nel terzo periodo cambia il piano partita, Repesa sa bene che non si può andare avanti in quella maniera. E infatti è Kravic che prende fiducia, cercato con costanza dai compagni. Sia riva così all’ultimo periodo, con il tabellone che dice 59-59.

Di fondo il pubblico sarebbe già soddisfatto, ma siccome Mazzola la pensa diversamente, sul 66-61 tutti cominciano a crederci. Scariolo deve giocarsi ogni risorsa, inclusa quella di Pajola che si incolla a Rahkman. Charalampoupolos continua a fare le sue giocate preziose, ma Shengelia resta l’elegante ballerino da 120 chili che parte in palleggio da fuori o conclude dalla media. Eppure, a 24 secondi dalla fine in vantaggio di tre punti c’era la Carpegna Prosciutto. Repesa decide di non fare fallo, o forse sono i suoi a non commetterlo. Belinelli, nullo fino a quel momento segna, Moretti poi si incarta.

L’overtime, con Mazzola negli spogliatoi dopo una brutta caduta, per tre minuti si gioca senza Rahkman, perché Pajola non lo lascia un secondo libero. Ma non appena ha un metro, magari dopo il tap out di Chara, lo punisce. Si arriva così, sull’82-82, al minuto finale. Pesaro non segna più, Bologna sì. La Vuelle si prende gli applausi, la Virtus gli insulti del pubblico e i due punti. Tutti felici? La risposta è no, ma soddisfatti sì.

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