FERMO - “Insieme siamo qui per implementare il sistema dei servizi nonché potenziare le reti territoriali per il welfare di comunità”. Il prefetto Vincenza Filippi ha preso sotto la sua ala il quartiere di Lido Tre Archi, che sta pian piano rifiorendo grazie a una serie di politiche che uniscono il bastone, controlli a tappeto e blitz delle forze dell’ordine e telecamere, alla carota, progetti di inclusione sociale e arredo urbano.
I progetti Arco, Azioni di rafforzamento comunitario, e PISTe (Processi Integrati di Supporto Territoriale) stanno dando i loro frutti. Merito anche dei dati che sono stati messi a punto dall’università di Urbino e al professore Eduardo Barberis.
Duemila i residenti, almeno 1200 gli stranieri con una predominanza di nigeriani, a Lido Tre Archi. Sono stati contattati tramite un sondaggio, si sono presentati in 281 per il 70% uomini under 50, e hanno fotografato la realtà da loro vissuta: servono case dignitose, un miglior trasporto pubblico, luoghi di incontro ed eventi, possibilmente multiculturali. “Su questo stiamo lavorando” aggiunge il prefetto attraverso i due progetti, con Piste più focalizzato sul lavoro.
Collegata con i vertici fermani c’era anche Mara Di Lullo, un tempo prefetta di Fermo e oggi direttore delle Politiche migratorie del ministero dell’interno: “guardiamo con interesse e soddisfazione ai vostri progetti, state usando al meglio i fondi dedicati”. In azione c’è, soprattutto, l’Ambito guidato da Ranieri, ma anche il XX con Pamela Malvestiti, oltre a università, cooperative, Asur e forze dell’ordine.
“Ogni passo avanti è importante, non ci fermeremo” ha aggiunto Paolo Calcinaro. Importante anche il lavoro che si sta facendo sugli operatori, con corsi di formazione specifici che aumentano la funzionalità dei momenti di incontro coni cittadini, in particolar modo quelli finalizzati all’inclusione lavorativa.
