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Domizzi si presenta: "La mia Fermana riporterà entusiasmo tra le persone. Vogliamo lo stadio pieno"

21 Giugno 2021

di Raffaele Vitali

FERMO – “Sei una persona valida e questo ti fa avere la nostra stima”. E’ il giorno di Maurizio Domizzi. Il presidente della Fermana, Umberto Simoni, è come sempre entusiasta: “Abbiamo scelto Domizzi perché è una persona seria, che viene dal mondo del calcio e ha un grande curriculum. Un esempio per tanti e sono certo che ci farà vivere un campionato all’altezza”.

Ascolta il neo mister, che si è presentato in doppiopetto blu e pochette, massima eleganza con capello pettinato e reso perfetto dal gel. Del resto, per lui è finito il tempo dei colpi di testa. ora si lavora con lavagna, fischietto e video.

Simoni presenta la Fermana “come una famiglia. Qui i soci non hanno ambizioni personali e di certo nessuno disturberà le scelte tecniche. Hai carta bianca sulla formazione” ribadisce guardando il mister. Ma sia chiaro, non ci si può rilassare a Fermo: “Questa è una squadra di professionisti e come tali si devono comportare tutti, dal primo all’ultimo della società. Chi entra in campo deve sempre ricordarsi che gioca a calcio, ma in realtà è il suo lavoro e come ogni dipendente dovrà dare tutto dal primo all’ultimo minuto”. Se questa sarà la Fermana del neo mister, il buon campionato non mancherà.

IL MISTER

“Il presidente ha parlato di ‘famiglia’ e per me non è una sorpresa. Questo è quello che ho percepito subito appena arrivato. E questo mi ha spinto a dire sì. Ho respirato un clima dove si parla e ci si confronta partendo dalla serietà reciproca”. Voce decisa, guardo fisso in telecamera, Domizzi è un ‘debuttante’ in serie C come allenatore, ma questo è solo uno stimolo in più.

Cosa l’ha convinta?

“La prima sensazione. Gli incontri con il dg Conti e il ds mi hanno tolto ogni dubbio”.

Le sue richieste?

“Come persona non sono uno che pone condizioni. Poi porle a giugno, quando tutto è fermo è anche più complicato”.

Si presenta in doppio petto, la vedremo come i precedenti allenatori in tuta?

“Se è bella, senza dubbio” risponde scherzando.

Da ex giocatore, leader in campo, ora si mette in gioco come mister. Cosa la caratterizza?

“Un allenatore per poter essere definito tale nel corso degli anni, deve essere un leader. Perché deve essere in grado di gestire un gruppo di lavoro, che non è solo quello dei giocatori e dello staff. Gruppo di lavoro sono anche dirigenti, stampa e tifosi. Sapersi rapportare con tutto questo richiede carattere”.

Punto di forza?

“So reggere il confronto sul dialogo, ho una mia sensibilità con intelligenza. credo di riuscire a capire gran parte delle dinamiche che ci sono quotidianamente che vanno anche oltre gli aspetti tecnici. So di essere all’inizio del percorso, di certo il mio lato caratteriale mi aiuterà. Tutto il resto si può costruire e migliorare, la tecnologia è un grande supporto, ma se prima non c’è la capacità di gestire, capire, ascoltare e decidere diventa difficile”.

Cosa sa della Fermana?

“Tutti hanno parlato di quello che ho sentito dopo il pranzo con i direttori. Questo mi ha dato fiducia”.

Pochi ma certi i soldi a Fermo, dove però non si vincono i campionati di c. perché venire qui?

“Quando si parla sotto l’ombrellone, il campionatolo vogliano vincerlo tutti e tutti puntano sui giovani. Poi esce la verità. Io credo che qui, invece si parta subito con certezze e sincerità”.

Anche se il presidente Simoni sogna sempre.

“Il presidente deve viaggiare più in alto degli altri. Ci vuole sempre qualcuno che spinge anche oltre le reali possibilità. Presidente e giocatori devono pensare di fare di più del possibile. Poi ci siamo noi allenatori e il dirigente per portare tutti sulla terra”.

Domizzi, lei ha salvato il Pordenone, si attendeva la conferma?

“Chiaramente ci speravo. Ma da oggi per me c’è solo la Fermana”.

La C è una campionato che ho giocato solo a inizio carriera, vent’anni fa, quali aspettative?

“C’è da capire la definizione dei gironi, anche se per fortuna non dovrebbero esserci grossi stravolgimenti. Qualcosa potrebbe cambiare, ma vedremo se si arriverà alle divisioni orizzontali”.

Visto che ha giocato ad alti livelli e fino a pochi anni fa, potrebbe essere uno stimolo a scegliere la Fermana per qualche giovane forte che vuole crescere?

“Lo spero, poi ci sono tante dinamiche. Per ogni singolo giocatore ci sono tanti incastri. Me lo auguro, da questo punto di vista non solo sarebbe per me un piacere dare e far crescere con il mio bagaglio, ma sono sicuro che sarebbe un vantaggio per ognuno”.

Tanti allenatori nella sua carriera, a chi si ispira?

“Non mi ispiro, di certo mi hanno influenzato in tanti. Chiunque lascia qualcosa, ma soprattutto devi essere bravo a prendere, anche da quello con cui non ti sei trovato bene”.

Quando ha deciso di diventare un tecnico?

“Direi dagli ultimi anni a Venezia. Scelsi anche di scendere di categoria per capire al meglio i giocatori e le tipologie”.

La rosa l’ha già studiata?

“Sedici giocatori sotto contratto. Bisogna capire se sono tutti certi di restare. Una volta che sono sicuri, da lì poi comincerà a fare valutazioni più attente sui singoli giocatori”.

Che Fermana immagina?

“L’allenatore deve conoscere e saper insegnare un po’ tutti i sistemi di gioco, poi chiaro che sono le caratteristiche dei giocatori a definire il sistema inziale. Parleremo di mercato, di giocatori, ci certo mi piacerebbe che tornando la normalità, la squadra sia in grado di avvicinare il pubblico e riportare entusiasmo tra le persone. Vogliamo essere i protagonisti di un nuovo presente. Con me i giocatori sono a proprio agio, se il direttore mi compra un trequartista forte di certo gioca. Questa società ha un trascorso, ha una tradizione, nulla va ignorato, da lì si cerca di fare le valutazioni migliori”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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