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Direzione Pitti: 553 marchi affrontano il futuro. L'ad Napoleone: "Sui russi il Governo ci ha detto no"

10 Gennaio 2022

MONTEGRANARO – Ancora un giorno e poi le luci si accenderanno sul mondo della moda: inizia Pitti Uomo a Firenzi, tra regole ferree e voglia di offrire la miglior vetrina agli espositori. Che nonostante tutto saranno tanti.

L’ad di Pitti Immagine Raffaello Napoleone fa il punto della situazione: “I marchi in mostra sarebbero dovuto essere 610, come da accordi. Ma saranno 553, più 19 online. A questi si aggiungono i 153 del Pitti Bimbo”.

Oggi gli imprenditori sono impegnati nella cura degli stand, in attesa dell’apertura dei tornelli della Fortezza da Basso. “Bisogna dare dei segnali di tenuta, nel rispetto di quello che sta accadendo, per due motivi. Il primo è legato a quello che il governo dice: le fiere si possono fare. Noi diamo seguito a tutto un sistema produttivo, perciò dobbiamo dare un segnale positivo per il futuro. E poi ci sono i dati economici: aumenti ovunque, salvo Inghilterra e Giappone. Perciò la fiera è un grande segnale di prospettiva e fiducia nel futuro”.

2020 DIMENTICATO

Nel dettaglio: l’export della moda uomo, da gennaio a luglio 2021, come indicano gli ultimi dati Istat rielaborati da Smi per il Pitti, mette a segno rispetto al 2020 un incremento del +16,4%, per un totale di oltre 3,8 miliardi di euro, mentre l’import cresce del +1,7%. “Con riferimento agli sbocchi commerciali, si sottolinea come sia le aree UE sia quelle extra-UE si siano rivelate favorevoli per il comparto, crescendo rispettivamente del +25,4% e del +9,9%. Il mercato UE presenta una quota del 45,1% sull’export totale di settore, mentre l’extra-UE diventa maggior “acquirente” passando al 54,9%” sottolineano i vertici del Pitti. 

2019 QUASI RAGGIUNTO

Al di là del confronto con il 2020, è opportuno guardare ai corrispondenti livelli del 2019; in tale ottica, Svizzera, Germania e Francia, così come la Corea del Sud, dimostrano di aver superato ampiamente quei valori di vendite di menswear italiano. Al contrario, gli USA, Regno Unito, Spagna e Giappone non hanno ancora colmato il gap. Circa Cina-Hong Kong, se la prima vede un export superiore di 60,5 milioni rispetto a quello del gennaio-luglio 2021, Hong Kong presenta livelli inferiori di oltre 80 milioni.

NIENTE RUSSI, MA IL MONDO C’E’

Non si tira indietro di fronte alla questione ‘no russi’, sollevata anche dal presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini: “C'è il problema green pass per coloro che sono vaccinati con Sputnik e Sinovax. Abbiamo scritto al governo - spiega Napoleone - ma ci è stato risposto che non è possibile fare eccezioni”. Si vedrà da qui a un mese per il Micam.

Ma sono confermati buyers da tutto il mondo. Ad oggi i registrati sono 2.712 dall'Italia e 982 esteri, ma da alcuni Paesi è certo che non arriveranno. “Da Cina, Corea e Giappone non arriveranno compratori, salvo quelli che hanno punti con base in Europa, nei tempi d'oro venivano 850 compratori solo dal Giappone. Dall'America invece dipende dalla policy delle diverse aziende, alcune non permettono ai propri dipendenti di viaggiare in questa situazione. Siamo in contatto con tutti i grandi compratori americani, fino a 5 giorni fa erano tutti confermati”. Per garantire al meglio la sicurezza, green pass rafforzato a parte, Pitti ha pianificato quattro punti tamponi e ha acquistato 20.000 mascherine Ffp2, a disposizione in Fortezza.

Raffaele Vitali

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