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Delogu e Cantelli al teatro dell'Aquila: "La droga cerca gli adolescenti, soprattutto ragazze". Calcinaro: attenzione, effetti devastanti

2 Maggio 2023

di Raffaele Vitali

FERMO - Crescita, conoscenza, approfondimento, confronto: c’è tutto nella mattinata al teatro dell’Aquila dal titolo "Adolescenza, debolezza e dipendenza: testimonianza e attualità". Un incontro per gli studenti dell’Annibal Caro con chi la droga l’ha vissuta personalmente, subendola e poi, con fatica e impegno, superandola: Walter Delogu e Fabio Cantelli Anibaldi. Due volti noti per chi, e sono stati 50milioni, ha visto SanPa, la serie di Netflix dedicata alla comunità di recupero di San Patrignano e al suo fondatore Muccioli. A fare gli onori di casa l’assessore ai Servizi sociali e quella alla Cultura, Giampieri e Lanzidei, prima che il microfono passi al sindaco Paolo Calcinaro, accolto da un lungo applasuo dagli studenti.

“Affrontiamo un tema tosto, importante e subdolo. Ai miei tempi la droga era più facilmente identificabile, era ‘cattiva’. C’era un ago che entrava nella pelle. Te ne accorgevi quando arrivava. Ed era quella che colpiva e faceva male” racconta Calcinaro, lasciandosi poi andare a un momento personale: “Due miei compagni di scuola media non ci sono più, sono morti per overdose”.

L’epoca della sua giovinezza anni 80 e 90 è stta segnata da morti per droga nel quartiere. “Oggi, invece, ho l’impressione, come avvocato più ancora che sindaco, che senza quell’ago ci sia meno paura: pasticche, polveri, fumo. Ma tutto ha effetti devastanti. Uno spettacolo come questo aiuta a parlarne”.

Merito di Alberto Venezia, di professione chef patron del Vinattieri di Porto San Giorgio, per l’occasione amico personale degli ospiti. “Bisogna alzare le difese, dobbiamo saperla riconoscere la droga. Fate di voi dei giovani responsabili e mette da parte queste schifezze”.

Non è voluto mancare Marco Marinangeli, che porta da consigliere la voce del governatore Acquaroli e dell’assessora Biondi: “Un momento importante perché lo facciamo con due grandi testimoni, figure che hanno saputo superare la droga con impegno e grazie al supporto di esperti. Non credete a chi dice ‘puoi smettere quando vuoi’. Anche la droga detta leggera in realtà diventa pesante e apre ad altre sostanze più pericolose”.

E quello delle droghe leggere è un tema che torna spesso durante il confronto con gli alulnni, che hanno voglia di sapere e chiedere. “Siamo qui per parlare di possibili problemi. E lo faremo con chi ha avuto esperienze. Sono certo che se aprirete l’anima ne avrete grande vantaggio” è il consiglio finale di Venezia prima che Marzia e Alessio, due rappresentanti d’istituto, aprano i lavori. “Volevamo una giornata per sensibilizzare e conoscere. Noi come rappresentanti ci abbiamo creduto, il preside, al vice e i professori ci hanno supportato” sottolineano dando il via alla discussione leggendo una lettera, datata 1992, che fu scritta proprio da Cantelli Anibaldi in occasione di una puntata di Mixer introducono Marzia e Alessio. Si parte con una lettera scritta nel 1992 da Fabio a Giovanni Minoli, per una puntata di Mixer.

LA DIPENDEZA

Ad aprire è Catelli Anibaldi. “Chiamiamola droga, nono sostanza, noi usiamo eufemismi. Per noi tossici era un mondo, un universo. E anche un grembo come quello materno. Con la droga no puoi fare a braccio di ferro, perderesti. Bisogna costruire un mondo alternativo, non basta disintossicarsi”

L’ADOLESCENZA

Per i due relatori è il momento in cui si esce dal grembo e si diventa individui. “È il momento in cui le droghe ti avvicinano, ti danno l’illusione di aver trovato il paradiso, nascondendoti l’altra faccia, che è l’inferno. Il rischio è di passare dal grembo materno a quello della droga, non trovando la capacitò di affrontare la vita nella sua imprevedibilità, nella sua diversità. Bisogna invece vivere con la domanda ‘ma io chi sono?’ senza avere fretta di rispondere. Più l’identità è aperta alla reazione con l’altro, più si è vivi. Peer noi, uscire dalla dipendenza è significato finalmente esplorare l’ignoto tipico della fase adolescenziale.

LE NUOVE MAFIE

Riprendono le parole del sindaco. “Prima c’era la violenza del buco. Questo non funzionava più. Le nuove mafie avevano bisogno di clienti, ma vanno conquistati. Si è passati a quelle da fumare. Ma non cambia rispetto al buco, però no ti fa sentire tossico. E scendendo i prezzi, paliamo di 2-3 euro a dose, è facile procurarsele. Una scelta ponderata dalle mafie. Il tossico, dopo due tre mesi non può smettere, è il cliente per la vita. E così si passa dai tre ai trenta euro a dose, perché non puo più farne a meno”.

Delogu di una cosa è sicuro: “I bancomat delle mafie sono i minorenni online, soprattutto le ragazze”. Mentre lo dice l’attenzione in sala, la presenza femminile è evidente, è ai massimi livelli. “Bisogna fare attenzione alle nuove droghe, sono subdole. Fumare o prendere la pasticca è come bucarsi. Il Fentanil lo usano per addormentare gli elefanti e qui invece per sballare”.

IL NUOVO TOSSICO

Anche Cantelli torna sul prezzo delle droghe: “Vogliono renderle una merce in grado di rispondere alle tre regole: reperibilità, diffusione e prezzo alla portata di tutti, in modo da garantire profitto. Aver normalizzato l’esperienza della tossicodipendenza, fa sì che siano diventati dieci volte tanto quelli di una volta, solo che sono una massa di invisibili perché non costretti a fare una vita fuorilegge. Noi dovevamo delinquere per permetterci la droga, magari prostituirci o fare rapine, eravamo dei pericoli pubblici. Ora invece il tossico non dà fastidio, è stato integrato. L’integrazione è la sua morte”.

Di droga si parla poco anche per questo, a meno che non ci sia il fatto di cronaca nera. “Siamo di fronte a una rimozione sulla questione droga e le sue conseguenze”. Tutto è tropo facile, basti dire che se un chilo di cocaina vale 59mila dollari, per il Fentanil ci si ferma a 5mila e soprattutto basta un garage con un chimico

LEGALIZZAZIONE DROGHE LEGGERI

Ecco la domanda di uno dei ragazzi. A rispondere è Delogu. “Nella stessa piazza in cui si vendevano erba e fumo, c’erano eroina e cocaina.  Per legalizzare non puoi mettere il limite di età dei 18 anni, avresti già perso. Il massimo consumo è tra i 13 e i 18 anni, quindi va intercettato lì chi cerca droga e si ritrova nella piazza. Quindi o abbassi l’età o non legalizzi. E poi c’è la nuova erba che gira a prezzi bassissimi con percentuali alte di droga che complica ancora di più la legalizzazione. Anche se certamente verrebbe meno una fascia di marcato per la malavita”.

Aggiunge Cantelli: “La legalizzazione impone un limite, di età o quantità. Mi ricordo i primi incontri con Pannella, siamo ancora alo stesso punto 40 anni dopo. Il nocciolo del problema è che le droghe non sono da permettere e da proibire, vanno studiate. Bisogna capire da cosa nasce il bisogno di droga”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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