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Decreto agosto, tutti i dubbi della politica. Di Ruscio: "Cratere e area di crisi, servono gli sgravi"

11 Agosto 2020

FERMO – Per una volta i politici delle Marche marciano compatti contro un provvedimento ritenuto iniquo e pericoloso per l’economia regionale. In principio fu Andrea Putzu, seguito da Mauro Lucentini, poi sono arrivati Francesco Giacinti e Fabrizio Cesetti, oggi Augusto Marchetti e Saturnino Di Ruscio. In mezzo, il mondo imprenditoriale con il presidente della Camera di Commercio e quello di Confindustria Marche. Tutti contro il Decreto Agosto.

“Le Marche - ricorda l’onorevole Marchetti, commissario regionale della Lega - rientrano tra le regioni più colpite, anche sul versante economico, dalla pandemia da Covid-19, e non meritano di essere marginalizzate dall'esecutivo. È inaccettabile che la decontribuzione del 30% sia prerogativa esclusiva delle aziende che operano nel sud Italia. Le Marche sono un territorio che vive di industria e gli imprenditori locali hanno diritto di accedere agli stessi sussidi predisposti per il Mezzogiorno. Con le misure messe in campo, le Marche verranno gravemente penalizzate, e molti imprenditori, per avere ancora una speranza di futuro, si sentiranno costretti a delocalizzare le loro attività in zone più vantaggiose”.

Stessa linea per Saturnino Di Ruscio, dirigente del comune di Fermo e candidato alle Regionali con Fdi: “La logica del provvedimento sarebbe quella di agevolare le aree con un PIL inferiore alla media europea ed un tasso di occupazione sotto la media nazionale. Aiutare le zone svantaggiate del Paese ha senso, ma dobbiamo anche chiederci cosa provocheranno queste misure per chi non potrà usufruirne”.

Da anni, infatti, gli imprenditori chiedono un calo del cuneo fiscale intorno al 20-25%: “Renderebbe meno conveniente spostare fasi produttive, favorirebbe il reshoring, cioè il rientro di quelle attività che si erano spostate all'estero per cercare condizioni economiche e fiscali più favorevoli”.

La crisi economica provocata dal Covid è evidente, si prospetta un autunno molto duro, con il rischio di conseguenze sul tessuto sociale. “I più recenti studi di Bankitalia parlano di un calo di fatturato per le Marche di oltre il 25%. Se guardiamo al settore calzaturiero, alcune associazioni di categoria (Confartigianato) stimano che a fine anno, nell'ipotesi più pessimistica, il calo di fatturato potrebbe toccare l'80%. I comuni del distretto calzaturiero fermano sono primi in Italia tra i sistemi locali di lavoro con le più alte percentuali di attività rimaste ferme durante il lockdown” riprende Di Ruscio che aggiunge i numeri: dal 2008 a oggi il Pil regionale è sceso dell'8,4%, con un impoverimento medio pro capite di 2.000 euro annui.

“In una situazione così precaria, è indispensabile che le agevolazioni previste per il Mezzogiorno si allarghino anche al territorio marchigiano, se non nella sua interezza, almeno per i settori più critici, intendo i territori compresi nell'area di crisi complessa del distretto calzaturiero e quelli del cratere sismico” conclude il candidato consigliere.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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