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Covid, Omicron 4 e 5 non temono il caldo. Marche osservate speciali dall’Iss. Il consiglio: usare le mascherine al chiuso

2 Luglio 2022

FERMO – “Le varianti Omicron 4 (BA.4) e soprattutto Omicron 5 (BA.5) sono diventate prevalenti nelle Marche”. il virologo Stefano Menzo fotografa la realtà. “Ormai hanno una prevalenza dell'80% e stanno rimpiazzando la variante Omicron 2. Queste nuove varianti – prosegue il direttore del laboratorio di Virologia degli ospedali riuniti di Ancona - sono responsabili, insieme all'allentamento delle misure di contenimento della pandemia, della nuova risalita dei contagi e dell'incremento dei ricoveri dei pazienti postivi al virus negli ospedali”.

Parole che ricalcano quelle dell’Iss: “Nonostante il periodo estivo in cui molte attività vengono svolte all'aperto, si conferma una fase epidemica acuta caratterizzata da un forte aumento dell'incidenza, da una trasmissibilità (sia calcolata su casi sintomatici che su casi ricoverati in ospedale) al di sopra della soglia epidemica e da un aumento nei tassi di occupazione dei posti letto in area medica e terapia intensiva".

Peer questo l’Istituto superiore di sanità manda un messaggio semplice: “In questa fase si ribadisce la necessità di continuare a rispettare le misure comportamentali individuali e collettive previste/raccomandate, l'uso della mascherina, aerazione dei locali, igiene delle mani e ponendo attenzione alle situazioni di assembramento".

Per fortuna c’è l’elevata copertura vaccinale. “Ma è fondamentale completare il ciclo vaccinale e per mantenere una elevata risposta immunitaria fare la dose di richiamo”. Di fondo siamo dentro una nuova ondata.” Tra l’altro – aggiunge il fisico Giorgio Sestili - c'è la forte sottostima dei casi positivi rispetto al passato. Il picco? Probabile tra 15 giorni, come accaduto in Portogallo".

Le varianti Omicron ci stanno abituando a vampate veloci di risalita dei casi. Secondo l’analista “bisogna rendere il virus endemico e quindi lasciarlo circolare. Manterrei la mascherina al chiuso però: per un livello di protezione che ha un costo minimo di impegno e poi perché è comunque una difesa dal contagio. Un virus endemico non significa abbassare la guarda - rimarca il fisico - ha una forte capacità di mutare e per ora ci è andata bene ma non sappiamo se la prossima mutazione porterà a una maggiore patogenicità. Quello che serve per non farci trovare impreparati - conclude - è rafforzare la nostra capacità di monitoraggio e sequenziamento". 

Che il quadro sia peggiorato è evidente: nessuna Regione e Provincia Autonoma è classificata a rischio basso. Tredici Regioni sono a rischio moderato, mentre scendono da 9 a 8 le Regioni/PA classificate a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza; tre di queste sono ad alta probabilità di progressione. 

Le 8 le Regioni/PA classificate a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza - secondo il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute sull'andamento dell'epidemia di Covid-19 - sono Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto. Di queste Emilia Romagna, Marche e Umbria sono poi considerate “ad alta probabilità di progressione” chiarisce l’Iss.

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