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Covid, il Fermano è in difficoltà. L'Asur: "State a casa, uscite se necessario". I sindaci in aiuto: fateci occupare del tracciamento

30 Ottobre 2020

FERMO - Ognuno deve fare la sua parte. Il sistema sanitario, da solo, non può vincere contro il Covid. Che sta crescendo, a livello di positivi, e così il tracciamento diventa quasi impossibile.

“L’epidemia è in rapido peggioramento con rapidità di progressione nella nostra Regione e nella nostra Area Vasta, dove nella giornata di ieri sono stati registrati 146 casi che vanno ad aggiungersi ai 500 casi attivi. Il carico di lavoro non è più sostenibile dai servizi sanitari territoriali con evidenza di impossibilità di tracciare in modo completo le catene di trasmissione” spiega il direttore dell’Asur 4, Licio Livini.

Per questo l’Asur chiede aiuto ai sindaci che prontamente hanno ‘spammato’ la lettera del direttore sui propri social. Lettera in cui si chiede una cosa semplice e difficile al contempo: “È fondamentale che la popolazione riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo, quando non siano strettamente necessarie, e di rimanere a casa quanto più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine”.

Questo perché il tracciamento del dipartimento di prevenzione guidato da Giuseppe Ciarrocchi (foto) è complicato e quindi il senso civico diventa la vera arma: “Affidando ai singoli individui il rispetto dei provvedimenti quarantenari e di isolamento nel caso ci si trovi nella condizione di contatto stretto di casi accertati, anche in assenza di comunicazione   da parte del Dipartimento di Prevenzione di questa Area Vasta, che con l’aumento progressivo dell’incidenza dell’infezione non riesce a rintracciare tempestivamente i contatti".

Per far fronte a questo quadro, alcuni sindaci hanno avanzato una proposta al nuovo assessore regionale Filippo Saltamartini, ancora alla finestra nella gestione del Covid, e al direttore generale dell’Asur Nadia Storti. “Le Asl non hanno tempo per i tracciamenti? Allora perché non chiedete l’aiuto dei Comuni? L’azione potrebbe essere semplice – spiegano seguendo uno spunto arrivato dalla zona dei Sibillini che ha trovato subito in Fermo il supporto – e deve partire dalla comunicazione del sospetto Covid che finora chiama il medico, che chiama l’Asl che fa il tampone e che poi dovrebbe essere in grado di chiamare tutti i contatti. Invece, quello che proponiamo come sindaci è che al posto di chiamare l’Asl, il medico chiama il sindaco e gli dice chi è il sospetto o il positivo. A quel punto il tracciamento viene affidato alla polizia locale e alle stazioni dei carabinieri. Si avrebbe il quadro completo in poco tempo, vista anche la conoscenza territoriale”.

I dipartimenti di prevenzione sono in difficoltà in ogni provincia, bisogna usare quello che si ha a disposizione: l’istituzione locale che diventa, come autorità, anche garante del rispetto della privacy. Si vedrà, intanto bisogna fare attenzione, perché il sistema è in difficoltà e l’isolamento preventivo è il comportamento da sensibilizzare.

r.vit.

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