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Covid, i consigli di Bertolaso: "Se Fermo ha bisogno di spazi, il prefetto può requisire la fiera. Pochi medici, ecco come fare"

4 Gennaio 2022

di Raffaele Vitali

FERMO – Quando la situazione si fa complessa, il primo obiettivo è renderla meno complicata. E per riuscirci bisogna rivolgersi a chi ha questa innata capacità, come Guido Bertolaso. Accade anche a Fermo, con l’ex capo della Protezione civile che ha incontrato il direttore dell’Area Vasta 4 insieme con l’onorevole Mauro Lucentini.

Dottor Bertolaso, come si risolve il caos dei centri vaccinali con le loro lunghe code?

“La prima soluzione è l’aumento delle linee per tamponi e vaccini, raddoppiandole. A monte, c’è il tema del tamponificio. Il 60% delle persone lo fa per paura e insicurezza o per una forma di garanzia. Non perché lo deve fare. Limitare la possibilità dei tamponi e riorganizzare il sistema, formula che vale anche per i vaccini”.

Fermo sta pensando di aprire nuovi punti sul territorio, è la soluzione?

“La provincia di Fermo è particolare, avere centri periferici può servire per facilitare l’accesso. Avrei creato due centri unici, uno verso il mare e uno verso la montagna”.

Ma manca personale, come fare?

“Il problema delle risorse umane c’è, ma teniamo conto che servono più infermieri che medici quelli. Discorso a parte, e ne ho parlato anche con il direttore Grinta, va fatto per la vaccinazione dei bambini. Non puoi fare nello stesso luogo”.

Eppure Fermo punta a portare tutto alla don Dino Mancini, una ex scuola che sta mettendo in luce molte criticità organizzative.

“Ecco, qui viene fuori la volontà di scegliere. Il prefetto può requisire strutture. Se ci sono attività di altissimo valore sociale, si può. In Lombardia ho fatto requisire fiere. Chi ha chiesto soldi, è stato respinto. E quindi abbiamo avuto gratis quello che serviva. Ma servono persone che siano pronte a usare la massima determinazione”.

Tornando al personale, ha senso chiamare l’esercito?

“Prima usiamo i mezzi a disposizione. Le strutture sanitarie possono assumere, è nel Milleproroghe. Io e Figliuolo abbiamo lavorato insieme e per recuperare anche i medici pensionati, che durante la pria emergenza sono stai reinseriti senza rischiare la pensione. Una soluzione logica. Io da pensionato lo faccio gratis, altri vogliono essere pagati. Lecito. Era stata inserita una norma per pagare senza intaccare le pensioni, questa norma non c’era più per il 2022, era stata dimenticata. Ora è stata reinserita, questo permetterà a ogni struttura di avvalersi di quei medici in pensione. Un esempio di come si può risolvere la carenza di organico. Se incremento i centri vaccinali, non è facile trovare medici nell’immediato. Quindi servono programmazioni e organizzazione”.

La coperta è corta, lei cosa farebbe?

“A luglio in Lombardia avevamo 3mila persone per 115mila, oggi 116mila con 1800 persone. Abbiamo razionalizzato le procedure di vaccinazione. Non serve più un medico e un infermiere per linea vaccinale. La terza dose no è come la prima dose, non serve più l’anamnesi dettagliata. Per la terza basta un medico ogni dieci linee vaccinali da affiancare agli infermieri”.

Lei è stato l’artefice del Covid Center di Civitanova con l’allora presidente Ceriscioli, cosa ne pensa della volontà dell’assessore Saltamartini di chiuderlo?

“Partiamo da un dato. I Covid hospital si possono aprire in 24 ore. Il fatto che siano chiuse è un segno positivo. Omicron ci preoccupa, ma la realtà è che le terapie intensive non sono in difficoltà. Lo straordinario numero di vaccinazioni ci protegge e ci tutela rispetto alle complicazioni di qualche mese fa. Ma noi abbiamo una memoria cortissima, basta un non nulla per dimenticare quanto vissuto. Sapere che abbiamo un Covid hospital ci deve ricordare quello che abbiamo sofferto, pensiamo al 3 gennaio di un anno fa quando era pieno. Il fatto che sia chiuso è la migliore testimonianza chele vaccinazioni, e solo le vaccinazioni, ci hanno protetto. Epidemia in corso, ma sotto controllo”.

Ma lei lo chiuderebbe?

“non esprimo giudizi. Si può chiudere e si possono trasferire attrezzature, ma a patto che ci sia un piano organico e coerente. Vanno superati anche gli aspetti di natura amministrativa. È stato realizzato con donazioni private, quindi prima di prendere la risonanza costata 140mila euro, magari chiedere a chi ha donato cosa ne pensa di un trasferimento. Quale sarà il futuro delle risorse usate? Valutiamo bene”.

Bertolaso, ultima domanda. Teme il ‘caos’ politico per l’elezione del nuovo capo dello Stato in piena pandemia?

“Sono certo che il Paese saprà dare il meglio di se stesso. Basta vedere Mattarella e il suo discorso, straordinario. L’Italia è un paese che ha davanti prospettive belle e interessanti, avvincenti che ci fanno invidiare in tutto il mondo. L’arte di parlar mal dell’Italia deriva dall’invidia di avere un paese straordinario. Non ho mai visto tanti inglesi girare nelle Marche come in questi giorni. Per cui sono fiducioso”.

@raffaelevitali

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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