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Corsa al voto nel Pd: la debolezza dei Dem fermani, l'eleganza della Marziali. Morani ci ripensa: sono una che combatte

17 Agosto 2022

FERMO – “La politica come impegno per il bene pubblico”. Le parole di Meri Marziali, sindaca di Monterubbiano e candidata alla Camera nel collegio di Fermo, sono uno dei pochi passaggi degni di nota, e attenzione, nel post definizione delle liste del Pd di Enrico Letta.

La provincia di Fermo si conferma quella che conta meno dentro il Partito Democratico delle Marche. E poco anche a livello nazionale. La riprova viene proprio da come è stata presentata la canditura della Marziali, ovvero di servizio. Questo perché il Pd nel Fermano ha perso tutto il possibile negli ultimi anni. Il partito non si è rafforzato, ma si è allontanato dal suo stesso popolo, spesso per scelte volute e non per conseguenze di quanto accadeva a Roma.

Il senatore uscente Verducci, alla fine, si è giocato una partita sua. A riprova di quanto poco conti il livello locale, che aveva chiesto una sola cosa: “Verducci senatore nel collegio delle Marche”. Se sarà della partita, pure con ottime chance, il senatore lo deve a se stesso. E anche per questo meglio fuori da una regione che non lo supportava, Piermartiri a parte.

Segretario che ora deve impegnarsi per la Marziali e che sulla mancata conferma non può che dire "sono sconcertato". E poi aggiungere: “La mancanza di Verducci nelle liste marchigiane è incomprensibile, in particolare in un momento in cui le Marche hanno un grande bisogno di rappresentanza e credibilità”.

Purtroppo è comprensibile ed è legata all’assenza di peso politico, quello che invece ha evidentemente Pesaro, tanto che il sindaco Matteo Ricci, anche se lui ‘nega’ ruoli diretti, ha mostrato permettendo ad Augusto Curti di prendersi un seggio sicuro nel listino. Posto che fino a poche ore prima sarebbe spettato a Verducci, che sarebbe così passato dal Senato alla Camera.

Fermo, insieme con Ascoli, ora deve credere in Meri Marziali. Che ormai da qualche anno è un nome di punta della parte femminile dei Dem e su cui Piermartiri crede. Lei sa bene di avere poche chance, perché il Pd a Fermo è debolissimo e nel Piceno solo un pochino meno debole.

Ma intanto ci prova: “Ho deciso di accettare una sfida molto difficile e improbabile ma necessaria per consolidare i valori ideali nei quali mi sono sempre ritrovata, a partire dalla tutela del diritto al lavoro, delle pari opportunità e del contrasto ad ogni forma di discriminazione”. Lo farà continuando a lavorare come sindaca, ruolo che da due anni porta avanti con impegno, chiudendo cantieri e avviando nuovi progetti, come quello della wedding destination.

Non ha esitato, mentre ci ha messo 24 ore Alessia Morani per riprendersi dopo il durissimo attacco al suo partito per averla messa non in un posto blindato ma in lizza nel collegio di Pesaro, il che significa doversi prendere voti. Un tempo si sarebbe brindato, perché il nord delle Marche era la provincia rossa. Ma sfidare Mirco Carloni, vicepresidente della regione e volto di punta della Lega e di un’area moderata extra Carroccio, non sembrava allettante.

La notte, come spesso capita, porta consiglio, come le telefonate e i messaggi, e così l’onorevole uscente ci ha ripensato e sarà della partita. Il Pd la aiuterà? Leggendo il Carlino qualche dubbio ci sarà, visto che ha affondato l’attuale commissario Losacco, “è venuto per pacificare ma ha solo pensato ai problemi suoi candidandosi qui”, e ha criticato il suo sindaco Ricci.

Ma ora correrà: “Tutti mi hanno detto che non posso rimanere in panchina nella partita più importante che dobbiamo giocare per il nostro paese. Sono una che combatte e non si spaventa anche di fronte alle battaglie difficili. Sono, perciò, a disposizione della nostra comunità politica” ha ribadito mandando un messaggio chiaro a Carloni e anche a chi a Roma la voleva fuori dai giochi.

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