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Confindustria Fermo dà la carica a Bonomi: "La manovra del Governo non produce crescita. Nessun posto di lavoro dai prepensionamenti"

9 Dicembre 2022

FERMO – Carlo Bonomi è salito sul palco del teatro dell’Aquila e, forte del supporto dei suoi imprenditori rinati sotto il simbolo di Confindustria Fermo, ha letteralmente preso a schiaffi le scelte economiche del Governo. O meglio, alcune di quelle più ‘elettorali’ come i prepensionamenti e la flat tax. Poi c’è anche del buono, sia chiaro.

“Un anno fa eravamo entusiasti. Periodo di ripresa e crescita. Poi è cambiato tutto: caro materie prime, choc energetico, guerra Russia –Ucraina e caduta del governo. E siamo arrivati al 25 settembre. Gli italiani hanno scelto. Non diamo noi valutazioni. Noi dobbiamo essere la confindustria autonoma e apartitica”.

Il presidente sottolinea la velocità con cui il governo Meloni si è mosso, ma si poteva fare meglio. Lo dice guardando i due sottosegretari di Mise e Mef, seduti in prima fila ad ascoltarlo, così come il gotha dell’economia fermana, oltre che i vertici della Regione Marche e un paio di senatori.

“Positivo aver messo risorse sul caro energia. Ricordo che la bolletta energetica è passata da 8 miliardi nel 2019 a 110 miliardi del 2022. Questo dimostra lo choc energetico che le imprese hanno dovuto sostenere. E l’abbiamo fatto grazie al fatto che nel 2021 e 2022 grazie a forti rimbalzi, +7 e +4%, c’è stato un extra gettito fiscale di 60 miliardi”.

Poi c’è la scelta di aumentare la produzione di gas che Bonomi plaude “ma viviamo il peggio della burocrazia, aspettiamo un rigassificatore che è bloccato per il colore della nave a Piombino”. Critica alcune scelte dell’Europa, ma di certo anche dell’Italia che prende decisioni senza considerare l’enorme debito pubblico che deve affrontate e ne limita l’autonomia.

“Così poi siamo deboli e capita che in Europa si perdono decisioni come quella sul packaging, che vogliono legato al riuso e non al riciclo, mentre noi da dieci anni ci investiamo e l’84% del packaging è frutto di riciclo. Ma chi ha preso la decisione ha pensato di favorire qualcuno che di certo non è l’Italia e questo spegnerà pezzi di industria”.

Il problema, arriva poi al nodo Bonomi, è che nella legge di Bilancio manca l’attenzione al lavoro e crescita del Paese. “Primo intervento doveva essere quello sul cuneo. Ma choc. Dobbiamo dar soldi agli italiani a basso reddito. Noi avevamo proposto taglio di 16 miliardi stato i 35mila euro, un terzo solo a favore delle imprese e due terzi al dipendente. Era giusto farlo ora per chi sente ‘inflazione. Avrebbe comportato mettere in tasca 1223 euro, una mensilità in più strutturale. Non ci sono le risorse? Ma si possono trovare per rendere competitive le imprese e mettere più soldi in tasca ai lavoratori.”.

Ed elenca possibili tagli, dalla spesa pubblica, “che invece è destinata a salire”, alle società partecipate pubbliche inefficienti che hanno spesso più membri nel Cda che dipendenti. “E poi la Camera ridotta nel numero e che invece costa uguale”.

Purtroppo, ricorda Bonomi, “in questo paese si si parla di lavoro si parla di pensioni. Ma può essere che anche crescendo solo 23 milioni lavorano, il 37%. O che la partecipazione femminile è di dieci punti sotto la media europea. Ma soprattutto in questo Paese si pagano più tasse sul lavoro che sulle rendite finanziarie. Prepensionamenti? Non è questa la misura per creare posti di lavoro. E non è vero che si va a 67 anni, tra ape social, opzione donna e altro si va a 61,5 anni. Non si creano così posti per i giovani, quota 100 lo dimostra, c’è stato un cambio dello 0,4, neppure l’effetto sostitutivo”.

Cita Papa Francesco: “La miglior forma di distribuzione di ricchezza è creare posti di lavoro. E li creiamo noi, metteteci in condizione di creare posti di lavoro. E invece, provvedimenti che nulla hanno a che fare con il lavoro e crescita del Paese”.

L’altra critica è per la flat tax: “Serve solo a creare una sperequazione tra dipendenti e autonomi. Perché i dipendenti pagano il 46,5%. Abbiamo già segnalazioni di chi chiede di lavorare partita Iva. Stiamo creando le condizioni per avere il lavoro precario per cui noi imprenditori veniamo accusati”.

Tutto questo fa dire a Bonomi. Di fronte a una platea concentrata e silente, che “questa manovra non produce crescita. Dovremmo dire basta, ma siamo seri e non lo facciamo. Continuiamo a lavorare assumendoci la responsabilità delle proposte. Ma con l’obiettivo della crescita del paese”.

Che non potrà avvenire se si continueranno ad avallare scelte per Bonomi folli: “Abbiamo 985 navigator a cui dobbiamo trovare lavoro. il paradosso è che dobbiamo trovare lavoro a chi doveva trovare lavoro a chi non ce l’aveva. Sembra una barzelletta. Invece è un fallimento che continuiamo a pagare noi e le famiglie. Ci siamo fermati sul reddito di cittadina senza capire che una misura per rispondere alla povertà serve, ma se i poveri aumentano significa che non funziona”.

Finisce così, con il presidente che incassa due omaggi dal sindaco Paolo Calcinaro e dal presidente Fabrizio Luciani prima di passeggiare per Fermo e ripartire.

Raffaele Vitali

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