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"Con me si può". Vesprini si presenta: "Noi abbiamo un solo nemico: la crisi. Porto San Giorgio con noi rinascerà"

23 Aprile 2022

di Raffaele Vitali

PORTO SAN GIORGIO – “Il nostro nemico è solo uno: la crisi”. Ci sono tutti, ma proprio tutti. Fabio Senzacqua, Alessandra Petracci, Dario Laurenzi e ovviamente Giuseppe Catalini, Lauro Salvatelli e Fabio Bragagnolo, ma la lista è lunghissima. Vesprini, baffo appena tagliato, si siede sulla scrivania: “Mi metto comodo, sono emozionato” esordisce. Il grande gruppo che lo supporta è una responsabilità.

“Abbiamo scelto questa giornata del patrono per dare un segno di ripartenza, San Giorgio è un simbolo per tutti” spiega. “Siamo partiti in cinque e la prima domanda era ‘ma siamo sicuri?’. Noi vogliamo la città al centro, ci ha mosso la voglia di dare qualcosa”.

Sono poi passati mesi e il gruppo cresceva, incontro dopo incontro. “Abbiamo un obiettivo, riaccendere una città che si sta spegnendo. Due anni di Covid, costi dell’energia, conflitto in Russia, tutto porta a peggiorare la vita quotidiana. E così, chi è qui vuole fare qualcosa per uscire dal buio”.

Rivendica la nascita del suo movimento civico, “l’essere partiti senza un candidato, ma con un progetto”. Al momento in città ci sono due candidati, “il che dimostra la difficoltà di assumersi una responsabilità così grande. Chi è al mio fianco porta entusiasmo: abbiamo un solo nemico, la crisi che ha colpito la città”.

Una sede colorata, piena di parole chiave, “che voglio aperta”. Una sede sostenibile, sono stati utilizzati materiali riciclabili per arredarla. “Le scritte sopra le nostre teste sono una linea guida, parole che sono state ripetute in ogni incontro di preparazione: amore, impegno, cambiamento, fare impresa, accoglienza, conoscenza”.

Dai cinque compagni di viaggio iniziali ai tanti di oggi: “I gruppi politici (presenti tra i tanti l'onorevole Lucentini e i consiglieri regionali Marcozzi e Marinangeli, ndr) hanno scelto di fare parte di un progetto. Ognuno ha fatto un sacrificio, in primis chi ha scelto di rinunciare alla propria identità per sposare un progetto civico eterogeneo di città. Solo così si può davvero dare una scossa alla città”.

Nasce da qui lo slogan ‘A Porto San Giorgio si può…’ seguito dalle tante parole chiave. “Non è vero che non si può, si deve riuscire a cambiare qualcosa, basta farlo insieme”. A unire tutti, secondo il candidato sindaco, è il programma “che spiegheremo centimetro per centimetro in città, tenendo la sede sempre aperta”.

Si parte dalla partecipazione, parola che non poteva mancare in cui richiama lo slogan di Obama e anche di Renzi. “Il voto ci delegherà, ma noi vogliamo che i cittadini siano sempre protagonisti”. Secondo punto: l’accoglienza. “Turismo, commercio e sport sono tre filoni che si uniscono”. E poi il ‘protagonismo’, “che non significa campanilismo. E infatti noi saremo pronti al dialogo con i vari attori del territorio”.

Si ferma, esita, l’applauso lo ricarica. Non è abituato a parlare così tanto. “La prima conferenza ha sempre una sua difficoltà”. Ma poi riprende: “Ci sono dei punti che interessano davvero tutti e questo è alla base di una coalizione così ampia”.

Tante teste calde, c’è la farà a governale: “Sono certo che porteranno brio e scossa, non problemi. Non è questione delle mie capacità, sono loro che hanno visto in me un collante moderato capace di unire diverse anime”.

Corsa a due? “Il tempo stringe, manca poco alla presentazione delle liste. Noi siamo partiti praticamente un anno fa per costruire un progetto, un programma, ascoltare i cittadini e tirare le somme. So che ci sono altre anime, ma il tempo è quasi finito”.

Sei liste e pronti a gareggiare, sapendo che lui e Gramegna si conoscono bene: “Siamo diversi nel modo di approcciare le cose, io vengo dal commercio, lui da altri ambienti, siamo davvero due figure differenti anche nel modo di affrontare le problematiche. Non vedo il problema se abbiamo lavorato insieme per nove anni, ma abbiamo una idea diversa. Non sarà la campagna elettorale di scontri e insulti, ma molto basata sui contenuti. Questo sicuro”.

Toccando due punti chiave, come l’Excelsior e la viabilità, Vesprini tra un applauso e l’altro della gremita sede non si nasconde: “Quando Loira ha chiuso l’accordo, gli ho fatto i complimenti. Noi non vogliamo bloccare, è passato con un voto nostro contrario. Catalini aveva sempre espresso le sue ragioni di dissenso. Se potremo però migliorarlo lo faremo. Di certo solo per un nuovo vantaggio alla città”.

E poi la viabilità. “Affideremo a una società uno studio tecnico per la città. Non si può fare con ordinanze e cambiamenti continui. Vogliamo una viabilità che se tocchi il centro ci sia subito la fisarmonica che riguarda altre zone. Di certo creeremo dei salottini, delle zone pedonali, con decoro urbano, sapendo che abbiamo il tessuto urbano con densità abitativa più alta nelle Marche. Da assessore ho scritto un sacco di lettere, tutte protocollate. Poi c’è un sindaco e ci sono delle scelte, anche per questo me ne sono andato via”.

Inevitabile il tema dei parcheggi sul lungomare: “Le scelte non mi hanno convinto, la corsia ciclabile non è la soluzione considerando che tra un anno partiranno i lavori del lungomare, con 5 milioni di euro. Insomma, si poteva evitare, le cose a metà non bastano”. Si parte da qui, cose da fare e d cambiare, ma con un filo conduttore: la partecipazione e la sua leadership, “riconosciuta e non imposta”.

@raffaelevitali

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