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Classi pollaio, dalle Medie di Sant'Elpidio al Classico di Fermo: la protesta di docenti e sindacati

29 Maggio 2020

FERMO – “Per quanto riguarda le Marche a settembre mancheranno oltre 2mila docenti, che avrebbero potuto essere stabilizzati dando continuità didattica ai nostri studenti, e circa 1000 Ata”. I numeri dei sindacati scuola regionali sono allarmanti. E sono tutti sul tavolo dell’ufficio scolastico regionale. A cui arriva anche un messaggio forte da una delle scuole fermane, l’IC “Sant’Elpidio a Mare”.

I professori hanno infatti preso una posizione corale per far emergere la situazione inaccettabile che si troveranno a fronteggiare: “Come se nulla fosse accaduto in questi ultimi mesi, l’USR continua a costituire le classi secondo un criterio puramente matematico senza tenere in considerazione né le caratteristiche specifiche del nostro Istituto scolastico né l’esigenza, dato il contesto presente, di diminuire sensibilmente il numero di alunni di ogni classe. L’anno prossimo l’IC “Sant’Elpidio a Mare” passerà ad avere, dalle attuali sei, solo cinque classi di prima media, perdendone quindi una.

Le classi di prima media del plesso del Capoluogo dovrebbero quindi arrivare ad avere ben 27 o 28 alunni ciascuna. Si formeranno cioè le famigerate “classi pollaio”, nelle quali, già in tempi normali, è difficile garantire la sicurezza ed è praticamente impossibile, nonostante i tanti bei discorsi sull’individualizzazione della didattica, adattare l’insegnamento alle specifiche esigenze di ogni discente, specialmente di quelli che presentano evidenti difficoltà, come gli alunni con sostegno, che saranno presenti anche all’interno delle future prime. Dobbiamo poi considerare la possibilità che altri alunni entrino all’interno di queste classi nel corso dell’anno scolastico, come spesso succede” scrivono i docenti.

Non solo, secondo i sindacati anche classi con oltre 35 studenti e alunni costretti a scegliere altre scuole o indirizzi pur di non fare molti chilometri. “Succede al liceo classico di Fermo (indirizzo scienze umane) ma non si tratta di un caso isolato in regione. Gli spazi angusti delle scuole erano all'indice anche prima dell'emergenza”.

Il problema chiama in causa non solamente le scelte dell’USR, ma anche gli orientamenti del Ministero della Pubblica Istruzione, il quale non sembra intenzionato ad invertire la rotta dell’ultimo decennio, assumendo più personale docente e non e diminuendo sensibilmente il numero degli alunni per ogni classe, “tanto che si propone di ricominciare il prossimo anno scolastico con una didattica mista, a distanza e in presenza, che sarà gestibile con difficoltà sia dai docenti che dalle famiglie”.

Nella regione che ancora deve riprendersi dai danni del sisma che ha coinvolto le scuole in termini di strutture e di comunità, i sovraffollamenti sarebbero un ulteriore aggravio: "Malgrado avessimo più volte richiesto un confronto ad aprile – attaccano i sindacati – l'Ufficio scolastico regionale non ha mai illustrato i criteri di attribuzione dell'organico se non in modo generico. L'organico a livello nazionale non ha subito decurtazioni e quindi è assolutamente importante salvaguardare la consistenza della scuola dell'infanzia e primaria della Marche agendo secondo una logica di potenziamento dell'offerta formativa".

redazione@laprovinciadifermo.com

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