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Cittadini preoccupati, il Comune si muove. Stacchietti: "Metanodotto, la Snam apre. Pronti a valutare il percorso"

5 Febbraio 2021

di Raffaele Vitali

PORTO SANT’ELPIDIO – Non si è tirato indietro l’assessore Daniele Stacchietti di fronte alla chiamata del'associazione di quartiere Cretarola guidato da Angelo Tosoni. Il presidente si è fatto e di tanti cittadini che, improvvisamente, dopo un paio di articoli sul stampa (leggi) hanno scoperto che un metanodotto sta per passare nella zona in cui vivono.

E così, si sono ritrovati per capire e conoscere quello che gira attorno al metanodotto della Snam, che l'azienda dopo gli articoli aveva subito blindato parlando di 'procedimento corretto'. “Un procedimento partito da due anni, siamo di fronte a proprietari di terreno preoccupati e come associazione di quartiere ci siamo sentiti in dovere di capire” esordisce Tosoni.

La vicenda è intricata, per quanto semplice. C’è un metanodotto che da Ravenna deve raggiungere Chieti. Aveva un percorso che poi, improvvisamente, è cambiato. “Ci hanno detto per delle osservazioni dei privati” chiarisce subito il vicesindaco. Ma i tanti residenti che si sono riuniti, negano. “Questo potrebbe cambiare le cose. Sta di fatto che la Snam – sottolinea Stacchietti – si è detta disponibile a parlare, a confrontarsi per capire le problematiche”.

È questa la notizia che cambia il tono dell’incontro. Perché i residenti erano arrivati agguerriti, con plichi di carte in mano, pronti a metter sotto accusa l’Amministrazione.

Ma dopo cinque minuti di parole di Stacchietti, qualcosa almeno è staio chiaro: “La Snam ha pieni poteri. Come Comune abbiamo dovuto compiere un solo atto amministrativo, quello della conformità urbanistica del tracciato rispetto al Prg”. Ed è qui che si è un po’ accesa la discussione, perché per tutti i presenti quello che il Comune non ha fatto è stato coinvolgere la sua popolazione. Tutto il Comune, maggioranza e opposizione, erano presenti anche i consiglieri Vallati e Marcotulli.

È questa una storia di potenza, quella di Ministero e Snam, burocrazia, una serie di norme che permettono di fare le cose rispettando pochi passaggi di visibilità molto tecnici, sottovalutazione, politica e a livello di uffici. “Sta di fatto che io mi ritrovo un tubo con milioni di litri di metano che passa a venti metri dalla culla di mio figlio. Non potrò mai accettarlo” spiega Pacifico Straccia. Lui, insieme alla famiglia Porfiri, è il più interessato perché dopo il cambio di tragitto, “che qualcuno dovrà pur motivare” ribadiscono Stacchietti e cittadini, il metanodotto finisce per passare tra le loro case, a poco più di venti metri.

L’altra famiglia che viene toccata dal cambio di tragitto è quella dei Berdini, con il rischio di bloccare il piano di recupero, fermo tra l’altro da tre anni in comune, e quindi la possibilità di costruire una palazzina.

Sicurezza e business che si intrecciano e che vengono in un colpo solo stroncate dal percorso delineato dalla Snam. “Non abbiamo competenze e questo mi dispiace, perché se la legge ci desse la possibilità di decidere come e dove passare sarebbe meglio. Do la disponibilità politica a intercettare la Snam e farci portatori delle esigenze dei privati” ribadisce Stacchietti, che in realtà il tavolo già lo ha aperto dopo un tentativo in passato andato non a buon fine.

Proprio pochi giorni fa, qualcosa è cambiato: “Ho parlato con il responsabile Snam dei rapporti con le istituzioni, attende un resoconto sulle istanze dei privati. Quello che come Comune non faremo è prendere le parti di uno o di un altro. Ma la Snam ha dato disponibilità a valutare il tragitto”.

È onesto il vicesindaco: “Potrebbe non portare a nulla o aiutare solo qualcuno, ma lo percorriamo insieme. Sempre restando l’ipotesi finale del contenzioso legale che potrebbe potare a un cambio di passaggio o a una indennità diversa in caso di motivazioni vincenti”.

Sulla domanda di Stefano Porfiri, che è stato quello che ha acceso la luce sulla vicenda, del perché ‘nessuno sapesse?’ c’è poco da aggiungere. “La Snam ha fatto quello che prevede la legge. Avvisi sui giornali, sui siti istituzionali” precisa l’avvocato assessore. La politica poteva fare di più, questo è chiaro. E lo fa capire anche Stacchietti, pur senza dirlo. Ma va dato merito al vicesindaco che ora si è messo in gioco personalmente, intanto prendendosi venti minuti di j-accuse e poi un grazie per l’approccio costruttivo.

Resta per ora il mistero del cambio di tragitto. Scelto nel 2017 è stato spostato nel settembre 2019. “Sant’Elpidio e Civitanova sono intervenuti. A Porto Sant’Elpidio, invece, silenzio e il progetto nel cassetto. Noi ce ne siamo accorti quando persone senza permesso hanno iniziato a trivellare i nostri terreni. Il primo tracciato, non dava fastidio a nessuno. Perché da lì si è passati all’in mezzo alle case?” è il sunto finale. A Stacchietti, durante l’incontro con la Snam, il compito di cambiare le carte in tavola, o meglio la mappa.

@raffaelevitali - redazione@laprovinciadifermo.com

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