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Cinque obiettivi per far crescere il made in Italy. Sabatini incassa l'aiuto del Governo: porteremo più piccole imprese nel mondo

17 Giugno 2023

di Raffaele Vitali

COLLI DEL TRONTO - Video promozionali in serie. Da quello camerale a quelli promozionali della regione Marche con il tecnico della nazionale Mancini che passeggia tra colline, borghi e spiagge, spostandosi da piazza del popolo di Ascoli a quella di Fermo con l’immancabile oliva all’ascolana o un tartufo. Inizia così la convention mondiale delle Camere di commercio italiane che apre alla discussione sul made in Italy e il suo potenziale.

“Investiamo 5,8 milioni si sostegno all’export, supportiamo 2mila imprese, abbiamo raggiunto 88 paesi. Insomma, il sistema una volta che si è fuso, ha dimostrato la sua efficienza. Le imprese per la prima volta hanno una condivisione unitaria sui progetti che mettiamo in campo”. Gino sabatini è raggiante. Il presidente della Camera delle Marche è il padrone di casa di un evento che per numeri e portata è davvero unico.

Parole, tante, ministri, presidenti, imprenditori, i vertici di Confindustria, Cna e varie associaizoni di categoria per una serie di giornate cariche di confronti. Ma lunedì è il giorno più atteso con i b2b, 1400 incontri dentro il Casale con i delegati delle camere di commercio estere saranno coinvolti con i nostri imprenditori.

“Collaboriamo con il sistema camerale, penso a Unioncamere con Prete e Mario Pozza di Assocamere estere, con la Regione, con la Svem e l’Atim: insieme conquisteremo nuovi mercati. Avere il mondo dell’internazionalizzazione nelle Marche e nel suo sud, da cui vogliamo far partire un progetto nazionale che porti le Pmi nel mondo, è la prova che se parliamo di made in Italy, non si può che partire dalla nostra regione” ribadisce Sabatini.

Che il primo applauso lo incassa dal ministro Raffaele Fitto, che si collega in diretta: “La rete capillare camerale nel mondo è un metodo di lavoro funzionale. Come Governo stiamo cercando di usare al meglio gli strumenti a disposizione. Dobbiamo valutare bene la qualità della spesa dele risorse, non basta usare i fondi. Stiamo lavorando sul tema dell’approvvigionamento energetico, con un capitolo aggiuntivo del Pnrr stabilito dall’Europa”.

Il presidente di Assocamere estere lo ascolta e poi inia il suo lungo intervento che è diviso in due parti, una politica e una pratica: “Da Berlusconi è partito il piano di internazionalizzazione delle Pmi. Lo ricordo da uomo di impresa, di sport e capo del Governo. Ogni anno investiamo 40milioni di euro in attività promozionali. Nel 2022 abbiamo assistito 51mila aziende a fare affari, stabilendo partnership stabili con 70mila attività. Un sistema che oggi vale il 70% del fatturato delle imprese”.

Pozza, stimolato da Barbara Capponi, ricorda a tutti il ruolo delle filiere. “L’arrivo di investitori stranieri hanno dato continuità e ha rafforzato la cultura artigiana. Quella dei territori è il primo asset del Paese. Ci sono quattro Italie nel mondo, circa 250milini di italici. Persone che vivono la cultura italiana, che amano il made in Italy. Sono imprenditori, persone che hanno onorato l’Italia in ogni settore. Dobbiamo raggiungerli. Noi siamo pronti a fare la nostra parte. Ai problemi in azienda ci pensa l’imprenditore, fuori Stato e amministrazioni”

Per migliorare il tutto, sono cinque gli obiettivi da raggiungere: “Il primo è far crescere a due cifre le Pmi esportatrici. Aumenta l’export in Italia, non gli esportatori: sono appena 136mila operatori su 5milioni di imprese. Le Pmi hanno un potenziale enorme, ma per il piccolo è complicato allacciare rapporti, trovare partner distributivi, raggiungere risultati.  Le nostre Camere possono assicurare l’aiuto per andare nel mondo, supportando quando si spengono le luci delle fiere”.

Secondo punto è fermare l’Italian sounding che costa 80 miliardi di export. “Censiamo con ‘Ospitalità italiana nel mondo’ pizzerie e ristoranti all’estero. Dobbiamo puntarci, non serve una nuova certificazione come prevede il disegno di legge del Made in Italy. Non possiamo accettarlo, il cambio delle regole in corsa lascia disorientati imprenditori e consumatori”. Terzo. “Digitalizzazione e sostenibilità. Dalla moda alla meccanica, ci sono settori più esposti a queste transizioni. Le Pmi lo sottovalutano, ma sono un volano enorme per competere nel mondo. Dobbiamo scommettere su questi due ambiti”.

Il quarto punto piace molto al governatore Acquaroli, che già ci sta investendo nelle Marche: “Bisogna – prosegue Pozza - aumentare i flussi del turismo delle radici. Erano 10 milioni pre pandemia per 5miliardi di investimenti. Creiamo pacchetti turistici mirati”. Infine, il quinto obiettivo: aumentare l’interesse degli investitori esteri in Italia. Servono misure di semplificazione, non solo incentivi”.

Ascolta il numero uno dell’Ice, Matteo Zoppas che subito rilancia: “Facciamo crescere la brand awarness. Più export facciamo, più economia portiamo in Italia. Per chi vuole esportare prossimi sei mesi saranno vantaggiosi. Voglio andare a vendere a Londra? Prima facciamo una chiamata ai membri del sistema: Ice, Sacest, Simest, Camere di Commercio. Le risposte vanno date all’imprenditore che ha bisogno di certezze, visto il periodo complesso e confuso”.

A prendere appunti, prima di un corposo intervento, è il viceministro alle Imprese e Made in Italy, Valentino Valentini: “Le Marche sono una delle regioni, dei gioielli, non ancora abbastanza valorizzati. Un grande mare, luoghi splendidi” esordisce.

”Apprezzo la volontà di collaborare del sistema camerale, daremo più risorse a quelle che portano più risultati perché il ministero ci crede sulla rete estera. Il presidente Pozza – prosegue Valentini – ha toccato molti punti, incluso quello di superare i 100miliardi dall’agroalimentare combattendo l’Italian sounding. Ma ricordiamo che quando si ha successo c’è sempre un sistema che ne approfitta, che usa suggestioni e quindi non è facile da colpire. In parte dobbiamo prenderlo come un riconoscimento del successo, poi dove possiamo interveniamo”.

L’ultimo pensiero è per gli imprenditori, pensando anche a quanto detto giustamente da Andrea Santori, presidente Svem che, in maniera realistica dopo aver ricordato il ruolo della società regionale che dà servizi e lavora con l’Europa, ha citato anche dati che non brillano, dalla produzione industriale al Pil stabile: “Ricordiamoci che nei momenti di difficoltà i bravi imprenditori guadagnano quote di mercato”. Lo sperano tutti, lunedì durante i b2b se ne saprà qualcosa in più, di certo Sabatini non poteva chiedere di meglio alla fine della prima giornata.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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