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Castelli nuovo commissario alla ricostruzione: "Serve gioco di squadra". Legnini se ne va tra gli applausi. Il Pd: Castelli lasci il Senato

3 Gennaio 2023

AMANDOLA – Ora tocca a Guido Castelli. Il neo senatore marchigiano, già assessore regionale e sindaco di Ascoli piceno, è il nuovo commissario alla ricostruzione post sisma del 2016.

La premier Giorgia Meloni non ha esitato e ha fatto quello che dentro il centrodestra da tempo, si aspettavano. “Ringrazio per la fiducia accordatami. Il mio pensiero, in questo momento, va ai terremotati ed in particolare ai molti che ancora vivono nei moduli Sae. Ero sindaco il 24 agosto 2016 quando la terra cominciò a tremare e non posso, in un giorno come questo, non tornare con la memoria a quella tragica sequenza sismica che devastò l'Appennino centrale. La ricostruzione – ha subito chiarito il neo commissario - richiede un grande gioco di squadra e, in questo senso, sarà decisiva la massima collaborazione con i governatori Acquaroli, Marsilio e Tesei che ringrazio per il sostegno e con i sindaci del cratere di cui, per esperienza diretta e concreta, conosco l'impegno quotidiano”.

Una nomina annunciata, ma no per questo condivisa da tutti. Anzi. Il Pd scende in campo, con il segretario Enrico Letta che parla di «spoil system» e i dem delle varie regioni interessate accusano l'esecutivo di agire “sulla pelle dei terremotati”. Anche pochi giorni fa i comitati dei cittadini del cratere e vari sindaci, Anci inclusa, si erano espressi a favore di una riconferma di Legnini. E oggi il vescovo di Norcia, Renato Boccardo, si è scagliato contro quello che ha definito “uno schiaffo alle popolazioni terremotate», frutto di «una politica scellerata e di basso livello che passa sopra le teste della gente”.

In discussione no è la capacità di Castelli, ma il fatto di aver interrotto il lavoro di Giovanni Legnini che negli ultimi due anni aveva davvero fatto ambiare marcia a un elefante zoppo, come sembrava il mondo della ricostruzione. “Con Legnini ho collaborato negli ultimi due anni come membro della cabina di coordinamento sisma, lo ringrazio”.

Il grazie a Legnini è bipartisan, ma non è bastato aa ‘salvarlo’ nel cambio di gestione politica, essendo l’ex magistrato di area centrosinistra. ma che Legnini sia una figura capace e affidabile, la Meloni lo ricorda a tutti confermandolo commissario alla ricostruzione peer Ischia. Insomma, spoil system ma non troppo.

Castelli è il quinto commissario straordinario alla ricostruzione dopo Legnini, nominato dal secondo governo Conte nel febbraio 2020. Prima avevano guidato la Struttura commissariale Vasco Errani, all'indomani del terremoto di Amatrice del 24 agosto 2016, Paola De Micheli e Piero Farabollini, geologo marchigiano chiamato dal governo Lega-M5s, sempre a guida Conte. Ma è con l'arrivo di Legnini, avvocato abruzzese, che la ricostruzione ha cominciato a prendere materialmente forma.

È stato l’uomo dell’ordinanza numero 100, quella che ha davvero introdotto importanti semplificazioni delle procedure burocratiche, e del testo unico della ricostruzione che raccoglie, in 131 articoli e 15 allegati, oltre 550 disposizioni e 65 allegati contenuti in 61 ordinanze che vengono contestualmente abrogate. “Ho esercitato la funzione commissariale per 34 mesi con totale dedizione, passione ed imparzialità, sempre avendo a mente la sofferenza delle persone e delle imprese colpite dai terremoti del 2016-2017” ha ribadito Legnini facendo gli auguri al neo commissario.

“La ricostruzione del Centro Italia oggi si presenta molto cambiata rispetto a tre anni fa: nonostante i numerosi ostacoli ed emergenze, sono state presentate 15mila domande di contributo per la ricostruzione, sono stati approvati e finanziati oltre 10mila cantieri privati, e anche la ricostruzione pubblica, dove contiamo centinaia di cantieri aperti e oltre mille prossimi all'apertura, è ben avviata. Ma – ribadisce - c'è ancora molto da fare”.

Di certo Castelli ha le capacità per incidere. ex sindaco di Ascoli Piceno (comune del cratere), ex responsabile Anci delle finanze degli enti locali, è stato per due anni, fino all'elezione in Senato lo scorso settembre, assessore regionale delle Marche, con la delega alla Ricostruzione. Che i governatori avrebbero voluto più regionale e che invece la Meloni, con questa nomina, lascia a livello commissariale e quindi nazionale.

Per restare in abito curiale, per un vescovo che critica, ce ne sono altri che invece plaudono alla scelta: “Esprimiamo all'ex Commissario Giovanni Legnini la gratitudine per l'impegno profuso ed il lavoro svolto in questi anni, mentre accogliamo il senatore Guido Castelli come nuovo Commissario, assicurando anche a lui la piena collaborazione istituzionale” chiosano i vescovi marchigiani.

Mentre durissimi sono i consiglieri regionali Dem Maurizio Mangialardi, Anna Casini, Fabrizio Cesetti, Antonio Mastrovincenzo, Manuela Bora, Andrea Biancani, Romano Carancini e Micaela Vitri: "Siamo sorpresi perché dopo gli appelli di tutti i comitati dei terremotati del Centro Italia e dei sindaci di tutte le parti politiche, ci saremmo aspettati come gesto di rispetto di una comunità ancora ferita, la conferma di Legnini: una figura di grande valore tecnico e istituzionale che è riuscita a far partire la ricostruzione". L'auspicio dei dem in ogni caso è che il nuovo commissario Castelli possa lavorare in continuità con il precedente. "A Legnini va il nostro 'grazie' per il lavoro svolto. Assunto il ruolo di commissario si dimise autonomamente dal consiglio regionale abruzzese per dedicarsi a tempo pieno alle comunità colpite dal sisma. Ci aspettiamo ugualmente che il nuovo commissario scelga di dimettersi dal Senato per onorare il mandato". 

La pensa ovviamente diversamente l’onorevole Lucia Albano, che da sottosegretario ha anche la delega alla Ricostruzione e che quindi darà al fianco di Castelli fin dai prossimi giorni: “Il Presidente Meloni ha certamente optato per la scelta migliore. Le sue competenze nell'ambito della finanza degli enti locali, della ricostruzione e del dissesto idrogeologico saranno preziose per dare un nuovo impulso all'opera di ricostruzione nelle regioni del centro Italia, Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio”.

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