FERMO - Renzo Interlenghi, ultimo a sfidare Calcinaro per il posto di sindaco, in consiglio non è uno di quelli che si tira indietro. “Se il 2015 è stato l’anno zero dell’era Calcinaro, il 15 maggio 2025 ne sancisce la fine” esordisce commentando il ’non voto’ sulla mozione favore del rispetto delle norme relative all’interruzione volontaria di gravidanza.
Interlenghi, come giudica quello che è successo?
“Si parlava di sollecitare la Regione Marche al rispetto della L. 194/78. Come da copione, graie a una opposizione compatta e mai sopra le righe, sono emerse tutte le contraddizioni di una maggioranza civica e cinica, un minestrone fatto di idealità, culture, visioni diverse che, alla lunga, il sindaco non è riuscito a contenere”.
Non sembra stupito.
“Per anni abbiamo insistito affinché si facesse chiarezza sulla effettiva collocazione politica di una maggioranza così stravagante e, per anni, ci è stato risposto che il civismo è un valore. Il tempo ci dà ragione”.
Così difficile votare la mozione?
“Un tema che, è evidente, dopo 47 anni, ancora non si riesce ad affrontare con laicità anzi, spesso l’ipocrisia di una certa area conservatrice, fortunatamente in minoranza, fa sì che si torni a dibattere del “se” applicarla anziché del “come”.
Quali i punti cardine?
“Si discuteva di aumentare i consultori, di accrescere il servizio per poter accedere all’IVG, portare a 9 settimane dalla gravidanza il termine che Saltamartini ha ridotto a 7, per poter prescrivere il farmaco RU486 adeguandosi alle linee guida dell’AIFA. Si chiedeva di chiedere la piena applicazione di una legge dello Stato. Ai consiglieri si chiedeva solo un sì o con un no”.
Più facile non votare?
“Uscendo dal consiglio hanno impedito il legittimo esercizio della funzione istituzionale, frustrando le aspettative di decine di donne intervenute al dibattito, riducendo il tema a un mero conteggio dei presenti”
Deluso?
“Mere scaramucce di bassa politica. Ringrazio Nicola Pascucci (uscito dalla maggioranza,ndr) e tutti gli altri firmatari: Bagalini, Febi, Nicolai, Vallasciani, Malvatani, Morroni, Fortuna, Pistolesi, Perticari, Faggio, Borraccini e io. Deprecabili coloro che per mero calcolo di convenienza politica, hanno preferito far fare brutta figura alla città prima che al proprio sindaco il quale, credo, avrebbe preferito che l’aula si esprimesse”.
E ora?
“Al prossimo consiglio torneremo alla carica, sempre che questa Giunta non cada prima”.