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Borsa di studio Amedeo Grilli: al Montani la prima edizione va a Lorenzo e Paolo. "Lui faceva tanto e non cercava gloria"

20 Ottobre 2023

FERMO – Fare, fare bene, fare con sobrietà e farlo pensando a chi viene dopo. Questo era un po’ il motto della vita di Amedeo Grilli. L’ingegnere che per decenni si è alternato con l’amico avvocato Alberto Palma alla guida della Carifermo e della sua Fondazione. Un uomo che tanto ha dato al territorio, anche in termini culturale, e a cui oggi gli ex Allievi del Montani hanno deciso di dedicare una borsa di studio. Che premia i due migliori studenti dello storico istituto di cui Grilli fu studente e poi docente.

La prima edizione va a Lorenzo Carelli e Paolo Cavenaghi che hanno stupito tutti per il loro ottimo quarto anno e che con questo premio economico, reso possibile dalla fondazione Carifermo guidata da Girotti Pucci, puntano la Maturità, magari la lode.

“Dobbiamo recuperare la Cops. Ricordo questa telefonata di Amedeo Grilli. Tempo 48 ore, si presenta con le foto scattate una domenica mattina di pioggia. Ero sindaco da poco. Già lì capii il suo amore per Fermo. che poi ho conosciuto passo passo. Una figura speciale, un uomo appassionato, un esempio” le parole di Paolo Calcinaro, sindaco di Fermo. Non è voluto mancare alla presentazione della borsa di studio che l’Iti Montani ha deciso di dedicare all’ingegnere Grilli. Un impegno che gli ex allievi del Montani, guidati da Carlo Labbrozzi si erano presi. E che la dirigente Stefani Scatasta ha reso possibile. Lei che ha conosciuto “sia Amedeo, grazie a sua moglie, sia l’ingegner Grilli”.

Perché una borsa di studio? “Ex allievo, diplomato nel 1965, laurea a Bologna e poi ritorno a Fermo a insegnare per tanti anni. Il suo rapporto col Montani è sempre stato molto stretto. Aveva capito cosa rappresentava per Fermo queta scuola, il primo istituto tecnico d’Italia” chiarisce subito Carlo Labbrozzi, anima degli ex Allievi insieme con l’imprenditore Stefano Luzi, seduto in sala.

Un amore che per i 150 anni portò Grilli a realizzare uno splendido volume fotografico “che raccontava la nostra storia, che un tempo garantiva una preparazione superiore a quella dell’università”. Che abbia fatto molto lo sanno tutti. Ma ci sono almeno tre cose su cui Labbrozzi non può che puntare. “Se la provincia di Fermo esiste è perché ha avuto due padri: l’ingegner Grilli e l’avvocato Palma che per vent’anni hanno lavorato nel silenzio”. E poi l’Università: “Se abbiamo una Università, cosa che rende la città ricca, è perché Amedeo Grilli si impegnò personalmente nel costruirla e nell’alimentarla”.

Infine, mentre ascoltano i vertici della Carifermo commossi, le grandi azioni immobiliari, con l’apice raggiunto con la ricostruzione del Santuario della Madonna dell’Ambro.

È stato l’uomo dell’indipendenza fermana, del lavorare tanto e in silenzio.  Non era uno che cercava la gloria. E lo ha fatto pensando a chi veniva dopo. Le sue sono tutte azioni che hanno bisogno di lavoro e impegno, dove magari i risultati si vedono nel tempo”. Quell’impegno che ci mettono ogni giorno sui banchi di scuola Lorenzo e Paolo.

Dopo le parole del vecchio compagno di banco di Grilli, Franco Calvarese, la chiusura è stata affidata all’ingegner Girotti Pucci: “Siamo qui in maniera convinta. Due i motivi in particolare: il primo perché il Montani è un vanto per la città e vogliamo resti tale; il secondo perché la borsa di studio è intitolata ad Amedeo che è stato presidente della Fondazione per 20 anni”.

Per Girotti Pucci una conoscenza tardiva con Grilli, ma pur nella brevità è stata molto intensa: “Dopo la mia nomina a presidente, mi ha illustrato le collezioni d’arte, i documenti storici conservati in sede. Da lì ho intuito la sua grande cultura, la curiosità per ogni testimonianza storica e artistica del territorio. Ho intuito la sua passione con cui ha reso la Fondazione solida e longeva".

Tra le tante opere, oltre al teatro, l’Euf, il Conservatorio, Torre Matteucci e Palazzo Monti, donazioni alla sanità e al Montani, il recupero del patrimonio storico disperso. "Non solo Fermo, ma il territorio era nel suo pensiero. Voleva la banca come motore di sviluppo del territorio e lo ha fatto preservandola da tante tempeste finanziaria che invece hanno distrutto altri istituti similari. Amedeo era dotato di grande umanità, pronto a elargire coraggio, pur sembrando burbero. Era intransigente verso il futile, ma grande amante della vita” conclude il presidente della Fondazione Carifermo.

Tutto questo ogni anno accompagnerà i migliori allievi del Montani.

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