PESARO – Se ci fossero dubbi sul fatto che Pesaro il dopo Repesa lo aveva iniziato davvero a costruire due mesi fa, i primi tre acquisti in serie li fanno svanire tutti.
La presentazione di Aza Petrovic, ex numero 8 dell’anno dello scudetto dell’allora Scavolini, è servita alla Carpegna Prosciutto per aprire il vaso non di Pandora ma del roster. La serenità di Andrea Beretta, volto della famiglia che ha deciso di supportare il basket pesarese, la convinzione di Petrovic, “vi ripoto in Europa, hanno lasciato sul momento i tifosi un po’ interdetti.
Ma nel giro di pochi giorni, ecco tre colpi che vanno a sistemare alcuni dei tasselli chiave della squadra. Primo elemento, il cervello. Firmato Caio Pacheco, 190 centimetri per 86 chili, classe 1999. Esperienze in Spagna, oltre che in patria. Ottime anche le prove i Nazionale, dove si è fatto notare da coach Petrovic.
Secondo colpo, un altro carioca. Il big man, anche se sulla carta è un 4, si chiama Leonardo Demetrio. Di buono, oltre ai sui 210 centimetri porta anche la cittadinanza italiana. Dopo tre ni in Spagna il ritorno in Brasile al Flamengo, dove per due anni è stato il miglior sesto uomo del campionato.
Infine, l’americano. Un realizzatore puro cresciuto in Francia tra Limoges e Pau. Ecco Vincent Laron (‘Vee’) Sanford III, guardia di 193 cm per 90 kg. Classe 1990, laurea a Dayton in storia. Famoso per la mano da tre punti, dove viaggia con il 40%, è mortifero uscendo dai blocchi ma ama anche penetrare, grazie all’ottimo palleggio. Bene anche in difesa. I tre si aggiungono a Tambone e Zanotti. La squadra quindi cresce e in attesa delle ‘sorprese’ annunciate dal presidente del consorzio Luciano Amadori, a Pesaro cresce l’attesa per un gruppo che sembra nascere con le idee chiare, quelle del coach.
@raffaelevitali
