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Basket serie A. Cinque minuti da incubo, Pesaro perde ancora. Il finale di Treviso è da applausi

19 Aprile 2023

TREVISO – Difficile raccontare una prestazione come quella di Pesaro a Treviso. Difficile comprendere come si passi da un più dieci, 61-71, a un meno 9, 80-71. Un break di 19 punti a zero con in mezzo tutto il peggior repertorio della pallacanestro: palle perse, tiri senza ritmo, falli antisportivi, rimbalzi in attacco.

Un blackout incredibile a cui non ha saputo trovare rimedio coach Repesa. Nel primo momento di difficoltà di Pesaro, un fattore è stato Riccardo Visconti. Che ha i suoi limiti, ma come ogni giovane tiratore se si scalda e si gasa diventa quasi incontrollabile. Ma non abbastanza per restare in campo quando serve. Certo, non tiene un primo passo degli avversari, ma in questo è in ottima compagnia. Tambone e il rientrante Gudmundsson, Daye è rimasto fuori dalla rotazione, si sono caricati di falli quasi sempre per interventi in ritardo sugli immarcabili Banks e Ireogbu.

Problema di gambe, può essere, problema di testa, sicuro. I primi venti minuti avevano raccontato un match equilibrato, fatto di strappi, ma anche di buona pallacanestro. Si è rivisto Abdur Rahkman. Per qualche minuto ha giocato da assistman, poi ha ripreso a segnare, soprattutto da tre punti, costruendosi il tiro o facendosi trovare pronto sugli scarichi. E così Cheatham, implacabile per metà partita, poi impreciso e fuori ritmo.

Si critica tanto Kravic, anomalo pivot dalle lunghe leve, ma almeno lui a rimbalzo ci va. Certo, sbaglia dei rigori incredibili, ma se per un attimo qualcuno ha creduto nella rimonta finale, dopo il disastroso break tra fine terzo quarto e metà dell’ultimo periodo, è perché il pivot ha segnato un paio di buoni canestri da sotto e ha servito a Moretti la palla dell’illusione (82-76).

La Carpegna Prosciutto, purtroppo, subisce sul perimetro, troppo atletici gli esterni di Treviso, stimolati da Nicola in panchina, che suda come se fosse ancora in campo. Una difesa a zona visto che nell’uno contro uno il gap aumenta? Repesa prosegue con il piano partita. Ma perso Tambone, perso un buon Gudmundsson dopo il quarto fallo commesso a inizio terzo periodo, perché schierarlo subito è un altro mistero?, il coach aveva trovato nella verve offensiva di Charalampoupolos la salvezza. Solo che è durata poco.

Non ha forza nelle gambe la Vuelle e ha perso le sue gerarchie offensive che l’hanno resa un gioello per lunghi tratti di campionato. Oggi, chi può tira, senza rendersi conto che un passaggio in più libera il compagno più di quanto si creda. Quello che dispiace è che la squadra non ha mollato, solo che non riesce più a fare quello che sa.

La salvezza è certa, i play off sono ancora a portata di mano. Domenica a Pesaro arriva Trieste, partita abbordabile, poi a Napoli contro una squadra che può solo vincere, infine Tortona alla Vitrifrigo Arena che non dovrebbe avere nulla da chiedere alla classifica.

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