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Basket, il ritorno di Daye scalda Pesaro, ma Repesa perde Chara. Ora nuovi schemi per far rinascere anche Rahkman

8 Marzo 2023

PESARO - Uno entra, uno esce, almeno per ora. La firma più attesa è stata confermata. Austin Daye è un giocatore della Vuelle Pesaro. Di nuovo, visto che già nel 2016 fece battere i cuori dei tifosi. Un po’ perché figlio di uno dei campioni più amati, un po’ perché ha tanto di quel talento da soddisfare ogni critico.

Se ne andò, giustamente, in cerca di soldi e ne ha trovati tanti, per anni, a Venezia. Squadra a cui ha regalato gioie inimmaginabili. Fino all’ultima difficile stagione che Daye ha chiuso, per la prima volta, senza brillare. Pochi canestri, percentuali basse e un rapporto finito con il coach De Raffaele. Ma non con Venezia che l’ha salutato quando ha deciso di andarsene ad arricchirsi in Oriente (16 punti di media a Taiwan) con un lungo applauso.

Ora torna, troppa la voglia di sentirsi ancora competitivo. Daye ha soli 34 anni, ‘soli’ pensando al compagno che si troverà di fianco, ovvero capitan Delfino. Cosa può dare Daye alla Vuelle di coach Repesa? Di certo una botta di entusiasmo dopo un periodo difficile.

Pesaro è così, quando si assapora il gusto della vittoria, poi non si può dall’oggi al domani tornare a digiunare. Per cui, per evitare un film già visto con Repesa 1, bene l’andata drammatico il ritorno, l’innesto era fondamentale. Solo che l’americano apre una serie di problemi, a cominciare dallo straniero di troppo che costringerà Repesa a un delicato turnover.

Non dalla prossima partita però. Perché il destino ha deciso di mettere ai box da solo Charalampoupolos. E non si bene neppure per quanto. Il greco, che si è fermato dopo pochi minuti nella partita persa con Brindisi, ha riportato una lesione muscolare all’adduttore lungo.

Una volta al completo, non potendo passare al 6+6, ovvero sei giocatori italiani sei di formazione non italiana, perché tropo costoso, il coach dovrà limitarsi a 5 stranieri. Era il rischio e anche il motivo per cui la società guidata da Ario Costa fino all’ultimo ha esitato, sperando di trovare un italiano per coprire il posto di Valerio Mazzola. Ma una volta perso anche Luca Campani, ultimo lungo che il mercato aveva offerto dopo il fallimento di Ferrara, la scelta di uno straniero è diventata obbligata.

Daye porta quindi entusiasmo, tiro da fuori e, se ha voglia, pure rimbalzi. Che non sono la sua specialità, ma negli anni d’oro ne ha presi eccome. Non è un gran difensore e questo, considerando l’assenza di Charalampoupolos, può essere il vero problema. Ma visto che il basket di Repesa nasce per fare canestro, magari compensa con i punti.

Non esiste mai la soluzione perfetta, soprattutto quando la rinvii peer così tanto tempo. Ma Daye è una garanzia, il tempo di fargli passare il fuso e si potrà valutare la condizione atletica. Varese prima, difficile vederlo in campo, e Brescia poi, praticamente un revival delle Final Eight per la Carpegna Prosciutto nelle prossime due giornate. Migliorare quanto visto a Torino si può. Mancano dieci gare alla fine della stagione, la miglior posizione play off è l’obiettivo: la squadra è buona, le ultime sconfitte sono dovute alla stanchezza e al mancare, ogni volta, di un punto fermo.

Daye potrebbe essere utile anche ad Abdur Rahkman su cui le difese ormai si concentrano, perché se in forma il figlio di Darren è un cecchino e quindi i raddoppi sulla guardia saranno più difficili. Sempre che Repesa in poco tempo costruisca i giochi necessari.

Raffaele Vitali

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