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Autonomia differenziata, i dubbi di Cesetti: "Un danno per le Marche, Acquaroli non l'ha capito e resta zitto"

8 Febbraio 2024

FERMO - Fabrizio Cesetti, lei è stato uno degli artefici della nascita della Provincia di Fermo. Quindi ha creduto nel potere del territorio. Ma cosa pensa dell’autonomia differenziata?

“Una legge che aumenterà le diseguaglianze. Le Marche tra le regioni più colpite, ma Acquaroli continua a ignorare l'allarme delle autonomie locali che non riusciranno più a garantire i diritti universali come quello alla salute”.

Cosa non la convince?

“I marchigiani non conoscono ancora cosa ne pensa la giunta regionale del presidente Acquaroli e la maggioranza di centrodestra. Altre Regioni hanno dichiarato da tempo la loro contrarietà, forti anche delle preoccupazioni espresse da Bankitalia, secondo la quale la legge potrebbe non avere copertura finanziaria, della Commissione europea, che vede messa rischio la capacità del governo di indirizzare la spesa pubblica, e dello stesso Ufficio parlamentare di Bilancio, che evidenzia incertezze sulla possibile dinamica delle risorse regionali negli anni successivi all'approvazione dell'intesa”.

Sembrerebbero tutti contro…

“Sarebbe necessario coinvolgere le autonomie locali, il mondo dell'impresa e del lavoro, i cittadini, per far capire loro gli effetti che questa legge produrrà nella nostra regione. Invece, la giunta regionale, con il presidente in testa, ha deciso di far calare sulla questione una spessa cappa di silenzio”.

Perché?

“E’ uno scambio tra Meloni e Salvini, tra premierato e autonomia”.

Quale rischio per le Marche?

“Si è parlato di modello di autonomia assolutamente anomalo nel panorama europeo che produrrà una frammentazione del Paese, di crescita delle disuguaglianze tra Nord e Sud, di indebolimento della capacità competitiva del Paese, di compromissione dell'uguaglianza dei cittadini nell'esercizio del diritto costituzionale alla tutela della salute, di cancellazione di ogni possibilità di una politica industriale e di coesione nazionale. Aspetti che non possono non sollevare legittimi sospetti sulla stessa costituzionalità della legge e che il presidente di una Regione come le Marche dovrebbe immediatamente sollevare annunciando già adesso un ricorso alla Corte Costituzionale qualora la legge dovesse essere definitivamente approvata, come ha già fatto il suo collega  della Regione Campania".

L’iter è ormai avviato.

“Approvata in prima lettura dal Senato il 23 gennaio è ora alla Camera dei deputati. Intanto, però, la Giunta potrebbe rivolgersi al Cal per un parere. Spero che Acquaroli capisca che la Regione Marche non può restare indifferente e silente, considerato anche che molti consigli comunali marchigiani hanno approvato ordini del giorno o mozioni per esprimere la contrarietà a questo disegno di legge che manderebbe in frantumi il Paese”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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