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Annarita Pilotti, presidente Confindustria Moda: "La crisi nel mar Rosso manderà in crisi il settore: logistica fuori controllo". Ecco gli aumenti

23 Gennaio 2024

PORTO SANT’ELPIDIO – Annarita Pilotti è da poche settimane alla guida di Confindustria Moda, di cui era vicepresidente. Dopo l’uscita dello Smi, che ha provocato un terremoto dentro l’associazione, il sistema prova a riorganizzarsi. Anche perché di fronte ha tante sfide.

“Siamo molto preoccupati per quanto sta accadendo nel Mar Rosso, dove alla drammatica crisi umanitaria si unisce quella economica. La vicenda, analizzata dalla prospettiva del manifatturiero moda italiano, cui i nostri settori appartengono, ci fa tornare in mente la fase post Covid, nel 2021, segnata dalle strozzature nella logistica e dal rincaro dei costi di gas ed energia elettrica. La crisi c’è, ma non si vede ancora”.

Quello che Confindustria Moda tema è una ripercussione “sulle piccole e medie imprese che noi rappresentiamo e che stanno cercando di capire come agire e reagire". Per comprendere gli effetti che questa avrà sui prezzi delle merci che viaggiano tramite nave, la Pilotti usa i numeri.

“Basta guardare il grafico del Wci (World Container Index) elaborato da Drewry, che traccia il costo del trasporto per i container da 40 piedi, l'unità di misura principale. Da inizio dicembre, quando si sono intensificati gli attacchi Houthi, l'andamento dei noli marittimi dall’Asia verso l'Europa e il Mediterraneo si è impennato: i prezzi dei trasporti da Shanghai a Genova sono quasi triplicati (da 1.373 a 5.213 dollari) e hanno fatto quasi altrettanto (da 1.171 a 4.406 dollari) per Rotterdam. E anche l'export è un problema - prosegue nell'analisi Pilotti - la moda italiana è desideratissima all'estero in diversi mercati”.

Come ha spiegato bene Enrico Paniccià, la logistica ormai impatta sempre più sulle aziende. “Da alcuni report emerge che la spedizione di un container dai porti di Napoli, Genova e Trieste verso Shanghai è più cara del 231% rispetto ai primi di gennaio”.

Ad aggravare la situazione sono arrivati i bombardamenti alleati, perché di conseguenza sono cresciuti gli attacchi militari nel Mar Rosso. “L'impatto sulla logistica è evidente: per non lasciar passare le navi davanti allo Yemen e far loro percorrere la traiettoria dal Capo di Buona Speranza, i viaggi si allungano di circa 15 giorni con un maggior costo in termini di carburante e polizze assicurative; le navi, puntando sui porti del Nord Europa invece che su quelli del Mediterraneo, danneggiano ulteriormente la nostra economia. E aumenteranno, di conseguenza, anche i costi energetici: da inizio anno il prezzo del petrolio Brent segna il +3,04%, e va di concerto con quello del gas sulla Borsa di Amsterdam".

Il trasporto navale in quelle acque riguarda quasi il 16% delle importazioni italiane di beni in valore. “Per la filiera moda – ribadisce la presidente che guida l’azienda Loriblu di Porto Sant’Elpidio - su questa rotta transita un terzo delle importazioni (i beni dalla Cina, secondo mercato di approvvigionamento per l'Italia dopo la Germania, dalle altre economie dell'Asia orientale e dai paesi del Golfo Persico esportatori di materie prime energetiche)". Il timore per Confindustria Moda è che si vada verso la stagflazione.

Raffaele Vitali

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