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Andrea Rotili e la sua Leica in 'Ogni piccola cosa': "Fotografo le Marche come se fossero New York, ogni angolo è unico"

28 Aprile 2022

di Chiara Fermani

SANT’ELPIDIO A MARE – Nel prestigioso museo che prende il nome dal fotografo marchigiano Arturo Ghergo (1901-1959), la mostra “Ogni piccola cosa” di Andrea Rotili sta conquistando tutti. I cinquanta scatti, scelti e curati da Maurizio Beucci, fotografo e direttore di Leica Akademie Italy, saranno esposti nel Palazzo dei Priori a Montefano fino al 22 Maggio.

Partendo da Sant'Elpidio a Mare con la sua macchina fotografica, Rotili ha raggiunto traguardi nazionali ed internazionali grazie alle sue opere che ritraggono grandi musicisti del panorama jazz, anche di fama mondiale. Nel 2014 acquista la sua prima Leica e nel 2019 entra a far parte del programma dei fotografi professionisti "Certified by Leica".

“Lo sguardo intimo di Andrea verso le cose ha reso possibile quello che ci aspettiamo dalla grande fotografia: rendere significativa ogni piccola cosa intorno a noi”. Rotili, queste sono le parole che Beucci ha utilizzato per il colophon della sua mostra, ci si rivede?

“Maurizio ha fatto un'analisi precisa della mostra e di me stesso e inoltre ha scelto lui il titolo “Ogni piccola cosa”, che a me è piaciuto tantissimo. La nostra conoscenza e amicizia si è consolidata a novembre, dopo un viaggio a Matera, è in quell'occasione che gli ho proposto di curare la mia mostra. Eravamo a colazione e non ci ha pensato due minuti, ci lega molto l'attaccamento alla nostra terra d'origine, per me le Marche per lui le Langhe e questo ha fatto sì che si instaurasse un rapporto di amicizia e stima reciproca. Insomma, entrambi amiamo le piccole cose”.

Rotili ci parli di questa mostra, fortemente voluta anche dal direttore artistico del Museo, Denis Curti, cosa deve aspettarsi chi la visiterà?

“E' una mostra è divisa in tre sezioni, per un totale di cinquanta foto, c'è l'architettura rivista in chiave introspettiva, quasi metafisica, c'è la parte di street photography e c'è ovviamente la parte jazz, quella che tutti conoscono di me. Sono foto fatte in giro per il mondo, ma alla fine il mio mondo è qui, nella mia terra d'origine, perché si può girare tutto il mondo senza mai abbandonare le proprie radici. Ho fotografato New York con lo stesso sguardo con il quale fotografo la mia terra, ed è questo che lega tutte le foto l'una con l'altra”.

Quindi ha un po' abbandonato la sua “zona di comfort”, che sono le foto nel mondo del jazz, per esplorare altri territori?

“In effetti si, è la prima volta che espongo foto diverse da quelle musicali. Il bello è che tutti hanno apprezzato questa novità ed è una nuova scoperta anche per me, il settore jazz ormai era consolidato, invece con questi nuovi studi, nuovi approfondimenti, ho tantissimo entusiasmo e soprattutto nuovi stimoli. Questa mostra per me è un nuovo punto d'inizio e riparto da qui per esplorare anche altre strade”.

Cosa cambia nel fotografare un musicista durante un concerto o una strada di New York?

“Il mio approccio davanti alla scena è sempre in stile reportage, quello che faccio è documentare il momento che trovo, quello che vedo, non creo mai la scena o costruisco la luce”.

Quindi in pieno stile Leica, da quanto la utilizza?

“Esatto, uso questa macchina dal 2014 ormai, ed è una grande responsabilità averla in mano, non come valore materiale, ma emotivo, è come avere in mano la storia della fotografia, ha cambiato molto il mio approccio, ma più che altro a livello interiore, come cultura fotografica. Più che una macchina fotografica una filosofia di vita”.

Siamo abituati a vedere le sue opere in bianco e nero, le troveremo anche questa mostra?

“Per il 90% si, sono in bianco e nero. Sono scattate tutte con Leica, a parte quelle musicali dove ci sono alcune foto scattate molto tempo fa, con la precedente macchina fotografica. Nel bianco e nero trovo pienamente il mio linguaggio e riesco ad esprimere tutto me stesso. Amo anche il colore ma se voglio emozionarmi e emozionare chi osserva, il tutto diventa monocromatico”.

redazione@laprovinciadifermo.com

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