di Francesca Pasquali
AMANDOLA - I “numerini” presi il giorno prima. L’attesa durata più di quattro ore. Poi, la doccia fredda: niente vaccini per due anziani di Sarnano che, poco meno di due settimane fa, si sono recati al centro vaccinale di Amandola.
A denunciare l’accaduto è il figlio Fabio, che aveva accompagnato i genitori quasi ottantenni. E che ha provato a chiedere spiegazioni all’ex direttore dell’Area vasta 4, Licio Livini, e al sindaco di Amandola, Adolfo Marinangeli. Invano. «Vergognoso. Non si trattano così le persone, soprattutto anziane e con quel freddo. Avrebbero potuto dircelo prima che le cose erano cambiate. Mettere un cartello, avvertirci in qualche modo» dice l'uomo.
Aperto dai primi di aprile, il centro vaccinale di Amandola ha subito fatto discutere, diventando a suo modo un “caso”, per molti versi positivo. Per il sistema di prenotazione del “chi prima arriva”, che bypassa la piattaforma regionale. E per il bacino d’utenza. Nato per servire i sei Comuni dell’area montana del Fermano, fin dall’inizio, ha infatti vaccinato anche i cittadini di altri Comuni, anche di fuori provincia. Fino a una decina giorni fa, quando le cose sono cambiate.
«Siamo arrivati di mattina e abbiamo aspettato. Alla fine, oltre ai miei genitori, mancavano altre quattro persone, quando ci hanno detto che non avrebbero più vaccinato i cittadini del Maceratese. Non si fa così, almeno i prenotati avrebbero potuto farli», spiega l’uomo. Che, tornato a casa, ha scritto una mail a Livini, ignaro del fatto che di lì a poco si sarebbe dimesso, e telefonato a Marinangeli.
“Ma – conclude oggi, dopo che ha visto i genitori vaccinarsi nel maceratese – non ho avuto spiegazioni”. Il punto vaccinale di Amandola è stato poi regolarmente inserito nella piattaforma regionale anche per under 70, a riprova di una efficienza riconosciuta che nel caso di Fabio si è inceppata, anche a livello di comunicazione.