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Addio 'Nessuno': se ne è andato l'ultimo partigiano di Fermo. Scipioni, Anpi: "Con Mario perdiamo un simbolo, non i valori" (l'ultima videointervista)

12 Maggio 2023

di Raffaele Vitali

FERMO – E ora siamo davvero rimasti senza ‘Nessuno’. Se ne è andato nella notte l’ultimo partigiano di Fermo, Mario De Benedittis, nome di battaglia ‘Nessuno’. Se ne è andato, dopo aver vissuto un altro 25 Aprile, dopo aver continuato, attesa alta seppur con passo traballante, celebrato il giorno della Liberazione. Di quel periodo in cui non era uguale stare da una parte o dall’altra.

Testimone diretto della Resistenza, durante cui si ammalò di polmonite. Lui combattè a Castel Manardo, sopra Amandola. Era il 18 marzo del 1944, giorno della battaglia di Monte Monaco, che Mario De Benedictis non potè raggiungere, era in azione il Battaglione Batà, perché col suo gruppo era immerso nella neve fino al bacino.

“La sua attività di partigiano iniziò proprio dai banchi di scuola, quando un professore lo avvisò che stavano arrivando i gendarmi, era in atto un rastrellamento e Mario, renitente alla leva, sarebbe stato arrestato. È iniziato così prima il suo vagare per salvarsi, poi la scelta di entrare nei partigiani, per difendere tutti” racconta Paolo Scipioni, presidente Anpi Fermo.

“Sono convinto che nelle scuole bisogna parlarne di più del 25 Aprile. Un compito complesso per gli insegnanti, ma bisogna farlo” ribadiva sempre convinto De Benedictis. Il suo timore era nella sottovalutazione delle parole, temeva un rigurgito della destra. Quella ‘cattiva’, quella che lui ha combattuto quasi 80 anni fa.

Viene meno un simbolo, non i valori. “Fino a due mesi fa eravamo in giro per le scuole, ultima tappa a Torre di Palme. Lui portava la sua testimonianza ai giovani che in maniera particolare lo seguivano. Anche lezioni lunghe, i ragazzi delle Medie hanno voglia di sapere, amano stare dentro la storia della libertà. A noi ora il compito di proseguire. La nostra costituzione non va difesa, ma va esaltata e fatta vivere a ogni giovane” prosegue Scipioni.

Ogni volta che entrava in piazza del Popolo, a Fermo, si sentiva uno qualunque, un ‘Nessuno’. Ma con idee chiare. Lui, con la sua bandana al collo, con l’effige dell’Anpi portata con orgoglio, con quello sguardo fiero di chi sa di poter camminare sempre a testa alta, ma voleva farlo tra i giovani: “Il 25 Aprile è costato sacrificio e vite umane. Questa giornata è di tutti gli italiani, ma credo che un grazie a noi partigiani vada detto. Oggi grazie a quei sacrifici abbiamo la libertà”.

Libertà di manifestare, libertà di pensarla diversamente, libertà di vivere. “Oggi si dialoga attorno a un tavolo, i problemi si risolvono. L’idea mia si integra a quella dell’altro. Abbiamo la costituzione come faro e la pace come arma” questo secondo Paolo Scipioni, presidente Anpi Fermo, è uno dei grandi lasciti di chi ha combattuto. Aveva 97 anni Mario De Benedictis, la moglie l’ha persa durante il Covid, lascia due figlie. I funerali domani alle 11 nella chiesa di San Giorgio.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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