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Addio ad Aleandro Petrucci, sindaco delle battaglie e simbolo della lotta per la ricostruzione

23 Dicembre 2020

ARQUATA DEL TRONTO – Il battagliero Aleandro Petrucci ha detto basta. Una esperienza da assessore provinciale al Lavoro, poi sindaco di Arquata del Tronto, il gioiello incastonato sulla Salaria. L’aveva resa un gioiello del turismo, poi il sisma che ne ha distrutto le case ma non la comunità. È diventato un simbolo della resistenza con le sue parole semplici e dirette dette ai vari premier, da Renzi a Conte.

Non aveva peli sulla lingua, li prendeva sottobraccio e li costringeva a metterci la faccia davanti ai cittadini che vivevano nelle casette. Non ha mai avuto paura a lottare contro i grandi, meomrabile la sua battaglia per la difesa dell'acqua pubblica, dell'acquedotto del Pescara. Ma anche il suo impegno per il Parco Nazioanle dei Sibillini, in cui ha creduto come veicolo di natura e turismo.

Da tempo malato, fino alla fine ha voluto mantenere le sue funzioni di primo cittadino presiedendo all'attività dell'amministrazione e ai consigli comunali. Il comune resta in salde mani, quelle di Michele Franchi, il vice che ormai da tempo stava guidando il Comune ogni giorno.

“Buon viaggio Aleandro. Sei stato uomo, padre e amministratore esemplare. Abbiamo vissuto insieme tragedie e grandi affermazioni. Grazie per quello che mi hai insegnato. Grazie per quello che hai donato alla tua terra. Riposa in Pace” il commento di Guido Castelli, compagno di tante battaglie dentro il cratere del sisma.

Non ci saranno più le sue parole a risuonare nelle valli più vuote ma non sconfitte, ma il suo nome, il suo ricordo sarà un monito su chi governa l’Italia, su quella ricostruzione che lui sognava e voleva veder davvero partire. "La volontà e la determinazione di quest'uomo semplice, acuto e straordinariamente intelligente, la grinta che non gli è mancata neanche in questi ultimi mesi segnati dalla sofferenza per la malattia, sono e saranno di esempio per tutti coloro che sono impegnati nella ricostruzione - sottolinea il commissario straordinario Giovanni Legnini - Il suo contributo alla riscrittura delle regole che e' stata compiuta in questi mesi è stato determinante".

E così ora Petrucci guarderà dall’alto, vigilerà e a suo modo si farà sentire, perché il sindaco non ha mai smesso di lottare, anche da malato, figuriamoci se lo farà ora con le mani libere e il cuore in pace (foto Il Resto del Carlino).

Raffaele Vitali

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