TOLENTINO - Amava il bello. Ma soprattutto amava rendere bello quello che toccava, spesso regalandolo alla comunità. Questo era Franco Moschini, mister Frau. Per tutti l’imprenditore, per altri il mecenate, per molti “l’amico vero attento agli altri”. E questo lo dicevano i grandi, da Montezemolo a Della Valle, solo per citare alcuni dei suoi veri amici.
Se ne è andato a 91 anni, in silenzio, come amava condurre la sua vita. Poteva essere sempre in prima pagina, ma il presindete di Poltrona Frau per oltre 50 anni era un uomo del fare. Il tipico marchigiano. Che ha saputo rendere la piccola Tolentino il perno del design, della capacità di trasformare un pezzo di pelle in
È morto oggi a Tolentino (Ancona), a 91 anni, Franco Moschini, imprenditore, mecenate, maceratese e qualcosa di unico. volto del made in Italy , “ma anche uomo di cultura e intelligenza, simbolo di stile ed eleganza”. Grazie a maestranze straordinarie a visione imprenditoriale, ha guidato Poltrona Frau ai vertici mondiali del settore. “ma nel contempo rimanendo affezionato alla sua terra di origine. Un imprenditore che ha fatto tante cose buone per le sue imprese per la nostra regione. Ci mancherà tanto la sua signorilità e la sua saggezza, perdo un grande amico” commenta Diego Della valle, patron della Tod’s.
Con lui se ne va un pezzo imponente di storia del design italiano. A lui si deve la trasformazione di un marchio classico e in crisi in una delle icone internazionali del lusso, del design e della qualità artigianale. Ma Moschini era molto di più. Era un uomo di cultura, appassionato di musica, sostenitore dell'arte, promotore instancabile del talento e del territorio. Era, come ribadisce Luca Cordero di Montezemolo, "un amico sincero e un uomo attento agli altri". La città di Tolentino, che lo aveva adottato, si fermerà domani, giorno del funerale all’Abbadia di Fiastra, il sindaco Mauro Sclavi ha proclamato il lutto cittadino.
"Lascia in eredità innovazione, qualità, tecnica e l’amore per il suo territorio, ispirazione per le future generazioni ed esempio concreto di restanza e di genio: è possibile sfidare il mondo, facendo conoscere il nostro made in Italy, partendo proprio dal cratere e dall’Appennino centrale" sottolinea Guido Castelli, commissario alla Ricostruzione.
La storia di Franco Moschini comincia a Macerata, dove nasce il 10 giugno 1934. Dopo gli studi e un'esperienza alla Agip Mineraria, arriva il ritorno nelle Marche e il matrimonio con Isabella Brandi, nipote del fondatore della pelletteria Nazareno Gabrielli. È il 1962 quando viene inviato a Torino per valutare lo stato dell'azienda Poltrona Frau, allora debitrice della Conceria del Chienti. Moschini capisce al volo: quell'impresa ha un'anima da risvegliare.
Nel 1963 la sposta a Tolentino, portandovi non solo le attrezzature, ma una visione. Inizia una rivoluzione: design, innovazione, qualità assoluta. Collaborazioni con i grandi dell'architettura e del progetto - da Gio Ponti a Renzo Piano, da Gae Aulenti a Ferdinand Porsche - trasformano Poltrona Frau in un marchio di culto. Da allora, ogni poltrona Frau non è solo un oggetto, ma una dichiarazione di stile. È anche grazie a lui se oggi i capi di Stato europei prendono decisioni seduti su creazioni uscite da Tolentino.
“Dopo l'acquisizione di quello che era un marchio storico dal gusto classico ha saputo ripensarlo e rilanciarlo in un'ottica di design, facendone – riprende Montezemolo - un brand di culto internazionale. Maceratese e tolentinate d'adozione, profondamente amante della sua terra, Moschini è stato uno di quegli imprenditori che hanno reso celebre il Made in Italy nel mondo, credendo sempre con convinzione nel gusto e nella cultura artigianale italiani, del saper fare con le mani”.
Un capitano d'azienda che ha saputo infondere un concetto basato sulla cultura del bello, con il costruttivo coinvolgimento delle maestranze, orgogliose di lavorare e realizzare pezzi unici, icone del design mondiale. Anche il rettore di Macerata ne ricorda il valore, università che nel 2003 gli conferì la laurea honoris causa in Economia aziendale: “Un riconoscimento che celebrava non solo la straordinaria traiettoria di un imprenditore capace di portare il genio manifatturiero italiano nei contesti più prestigiosi del mondo, ma anche il legame autentico e duraturo che ha sempre mantenuto con il suo territorio e con le istituzioni culturali. La sua filosofia, sintetizzata nel motto 'bello, buono e ben fatto’, si è tradotta in un contributo imprenditoriale e culturale che resterà esemplare".
Ma è stato anche molto di più: "Un uomo capace di ascolto, generoso nell'investire nell'arte, nei giovani, nella dimensione pubblica della cultura. Appassionato e grande sostenitore dei giovani, credeva profondamente che il futuro fosse nelle loro mani, nei loro pensieri, nei loro sogni e nei loro occhi. Per questo ha sempre cercato di lasciare segni tangibili del suo impegno, convinto che la bellezza dovesse essere accessibile, vissuta, condivisa” conlude il rettore.
Commosso saluto anche dal sindaco Parcaroli, dall’onorevole Manzi, che sottolinea “come la visione e la passione di Franco Moschini resteranno un'eredità indelebile di bellezza, competenza e visione”, al governatore Acquaroli che ricorda Moschini come “grande imprenditore che ha rappresentato in tutto il mondo la tenacia, la creatività e la visione che hanno fatto dello sviluppo e dell'impresa marchigiana un modello virtuoso e il fulcro del made in Italy”.