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130mila fermani al voto, le donne possono essere decisive. Poche possibilità di onorevoli per la piccola provincia, al seggio tra nomi e ideali

24 Settembre 2022

di Raffaele Vitali

 FERMO – Il voto femminile può fare la differenza. Almeno nel Fermano. In provincia ci sono 131.016 potenziali elettori, di questi 63.839 uomini e 67.177 donne. Eppure, di questioni femminili si è parlato poco in questa campagna elettorale.

Il caro bollette ha cancellato tutto il resto nelle ultime settimane. Ma restano questioni irrisolte come la parità di salario, come la possibilità di vivere al meglio il tempo del lavoro con quello della famiglia, come la cronica assenza di donne nei posti apicali del nostro sistema. Ecco che quelle quattromila schede in più potrebbero segnare il futuro dei parlamentari delle marche.

Stringendo il mirino, eccoci al Fermano. Qui la questione elettorale vive su due direttive: avere un rappresentante locale in parlamento o eleggere chi rappresenta meglio i valori in cui si crede. A livello ‘istituzionale’ più di un sindaco, anche di area politica differente, si è espresso in favore della prima ipotesi annunciando il voto in favore dell’onorevole leghista uscente, oggi candidato al Senato, Mauro Lucentini.

Della seconda famiglia fanno invece parte gli esponenti dei partiti, le associazioni, quelle realtà che ancora portano avanti un messaggio chiaro che ha bisogno di rappresentanti coerenti con il pensiero di fondo. In mezzo i tanti cittadini, dubbiosi sul da farsi.

Il problema della piccola provincia è che ha pochissimi candidati protagonisti, ovvero in posizioni eleggibili. Al Senato la partita si gioca attorno a Mauro Lucentini, candidato Lega, e Jessica Marcozzi, candidata di forza Italia. Poi c’è il senatore fuorisede, ovvero Francesco Verducci, che il Pd ha posizionato in Piemonte e che se tutto andrà come previsto dal segretario nazionale Enrico Letta sarà in Parlamento entro Natale, appena effettuate le nomine per il Csm.

A livello di Camera non è che vada poi meglio con il collegio uninominale che racchiude le due province del sud. La differenza è che c’è una candidata nel collegio uninominale per il centrosinistra, ovvero Meri Marziali di Monterubbiano che avrebbe chance, ma tutti sanno che il centrodestra è dominante anche se ha scelto uno ‘straniero’, ovvero il senatore laziale Battistoni.

E c’è anche, sempre nell’area di sinistra, Diletta Parrino per Unione Popolare. Il resto, essendo il collegio Ascoli – Fermo, è tutto in mano ai piceni. A livello di proporzionale, i cosiddetti listini, ugualmente poche le chance di portare un fermano a Roma. C’è Luisa Serroni, capolista per Sinistra-Verdi. Guardando lontano, in Lombardia se la gioca Peppino Buondonno, storico volto della sinistra di Fermo che da dirigente nazionale è stato assegnato da Fratoianni a un collegio con chance di farcela

Questo per far capire che se uno sceglie ‘fermano’ ha le mani abbastanza legate. Ci sono altri candidati, ad esempio nel Terzo Polo, ma tutti in posizioni non eleggibili. Mentre se scelgono le idee, ce ne è per tutti i gusti, da Italexit al Popolo della famiglia, da Più Europa a Forza Italia.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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