di Raffaele Vitali
FERMO – Investire, innovare, non c’’è alternativa oltre alla competenza se si vuole restare sul mercato da protagonisti. Vale per la moda, vale ancora di più nel campo sanitario. Marco Minnucci, amministratore del centro Works, lo sa bene.
“Per questo abbiamo cercato di migliorare la qualità del servizio. Nuovi stimoli, dati anche dalla collaborazione con la Nazionale di ginnastica artistica e con lottatori di caratura nazionale. Alzare il livello era fondamentale, anche dell’offerta”. Senza lasciare indietro chi merita, “come la Fermana che continuiamo a seguire come centro perché siamo di Fermo, e altre realtà locali con cui abbiamo convenzioni storiche”.
Che significa investire in innovazione?
“C’eravamo già dotati dell’onda d’urto top di gamma e del magnetolith, che è un sistema innovativo che abbiamo affiancato ai macchinari per la fisioterapia classica e al reparto radiologico con la Dexa, un apparecchio di ultima generazione che oltre a fare la Moc permette una valutazione precisissima della composizione corporea, dalla massa magra ai liquidi. Novità è l’apparecchiatura Otp per valutare anche il morso, avendo aperto anche un reparto di odontoiatria e ortodonzia. In troppi non ci pensano che un problema fisico può nascere dalla bocca”.
Tornando agli investimenti, cosa spinge a compare un nuovo laser da decine di migliaia di euro?
“Ha usato la parola giusta: investimento. La chelt therapy di Mc’Tronic non è una spesa. È l’ultimo ritrovato nel campo della terapia laser, che è la più efficace. Con questo macchinario annulliamo l’effetto collaterale della laser terapia, l’eccesso di calore in uscita. Perché questo tipo di macchina ci permette con un flusso di aria a - 40 gradi di provocare una vasocostrizione dei tessuti e quindi, oltre ad aumentare la penetrazione della terapia nei tessuti, riusciamo a raffreddare la pelle e renderla più predisposta al trattamento, meno sensibile al calore”.
Per cosa è usata principalmente?
“Per le problematiche legate al sistema muscolo scheletrico, ha effetto antinfiammatorio, analgesico e rigenerativo dei tessuti. Incide sulle neuropatie legate all’ernia del disco, alle radicoliti. E poi sul lato generativo dei tessuti come piaghe da decubito, ferite difficili che non si cicatrizzano. Ci sono numerosi studi scientifici, l’effetto biostimolante del laser è risaputo che è efficace”.
Minnucci, è vero che il settore benessere non conosce crisi?
“Attenzione, è in crescita per le cose magari futili. Si è disposti a spendere per integratori, creme o situazioni che non creano fatica e magari dolore. Quindi spendiamo cento euro per un massaggio anti cellulite, che non ha reali effetti, ma siamo restii di fronte a un abbonamento di palestra dove devi fare tu un’ora di ginnastica e non l’operatore professionale. Tradotto, questo è un settore che risente a sua volta della crisi, dell’aumento delle materie prime, per cominciare”.
Un esempio?
“Parto dalla cosa più semplice: un rotolo di carta per lettini tre anni fa costava 3,40 oggi ne costa 6 euro. Questo vale per ogni prodotto legato al nostro lavoro”.
Visto che Works investe, l’arrivo della Zes con il suo credito di imposta può aiutare?
“Può essere un aiuto. Ma poi bisogna vedere se funziona. Quando arriva l’aiuto, spesso chi produce il macchinario finisce per adeguare i prezzi o lo Stato crea una figura che certifica tutto e che con il suo costo cancella ogni vantaggio. L’ho sperimentato, per cui cominciamo con il tagliare la burocrazia, lasciando solo quella sana che è controllo di legalità”.
Tecnologia, quale ruolo ha il capitale umano?
“Il mondo di Works Medical Center cresce, oggi ci sono 35 medici a disposizione e 22 persone che lavorano quotidianamente tra fisioterapisti, segretari e varie figure. L’obiettivo è far crescere le sinergie tra i nostri professionisti, il benessere è un percorso integrato”.
Minnucci, lei come si forma?
“In questo periodo sto seguendo un master sulla longevità, per poter intervenire sempre più in anticipo rispetto a problematiche che l’invecchiamento si porta dietro, inevitabilmente. Tutto quello che serve a contrastare i radicali liberi, le problematiche ostio articolari. E poi prima di attivare un nuovo macchinario lo studio a lungo. Diverse visite in azienda, monitoraggio e poi la scelta di essere sempre il primo ‘cliente’ del macchinario. Mi sono fatto trattare, ho visto come funzionava, gli effetti e le sensazioni che si provano durante la terapia. Perché il disagio c’è, come il sollievo. Sono sempre il primo paziente di ogni nuova terapia. La scelta in Works è chiara, i macchinari come questo per la chelt therapy, li uso io, vale per ogni tecnologia che può avere effetti collaterali”.