I nove sindaci fermani attualmente esclusi dalla Zes si sono ritrovati all’inizio della Valdaso, un luogo di compromesso, di cerniera, per parlare con il governatore Francesco Acquaroli, il consigliere regionale Putzu e il vicepresidente della Provincia, Marcotulli. Sul tavolo una sola richiesta: rivedere la mappa del 2021, diventata concreta nel 2022, che li taglia fuori dalla zona economica speciale o perlomeno da alcune misure.
Possibile? L’inizio è stato nervoso, più di un sindaco, seppur d’area centrodestra, ha alzato la voce, perché poi quello che conta per un primo cittadino è la sua popolazione. Il partito viene dopo. Acquaroli non è uno che si scompone, li ha ascoltati, ha capito le preoccupazioni e ha spiegato, nel possibile, la situazione.
La prima promessa è che “prestissimo ci siederemo con Anci, Università e associazioni di categoria per ridefinire quello che era sta fatto in quella che è ormai un’altra epoca. La tabella la vogliamo tutti ridefinire, è evidente che ci sono zone che potrebbero essere escluse e altre che non possono rimanere fuori”. Poi, se si riuscirà a livello di trattative ad ampliare la Zes a tutta la Regione, superando il limite dei 720mila abitanti, ancora meglio.
L’azione politica con il Governo avrà impatto peer il 2026 e 2027, questo è evidente. Intanto però, ha ricordato Acquaroli, per il 2025 si può usufruire di quanto garantito al sud Italia, la misura copre le azioni dell'anno in corso ed è quindi retroattiva, non appena verrà convertito il disegno di legge. Il sogno è per ottobre, ma non è così semplice. “Se dovesse tardare la modifica della tabella, coni comuni inseriti, valuteremo l’utilizzo di parte dei fondi di coesione per compensare lo sbilanciamento territoriale” ha aggiunto ai sindaci.
Quello che in molti hanno compreso è che il vero plus della Zes non è tanto il credito d’imposta, ma la sburocratizzazione, che dovrebbe ciprire tutta la regione. O meglio, il credito d’imposta è quello che impatta su chi c’è già, visto che garantisce uno sgravio tra il 10 e il 35%. Taglio della burocrazia e detassazione del lavoro è lo stimolo per i nuovi investimenti, di cui le Marche hanno grande bisogno per far risollevare anche l’occupazione.
I sindaci hanno ribattuto su molti punti, alla fine il compromesso con il tavolo da aprire velocemente per raggiungere il risultato auspicato. Mai come ora serve coesione rapidità, il rientro dalle ferie è già disegnato.