
*Non deve essere ancora chiaro al Fermano il potenziale della Zes. Un po’ perché è un sistema complesso, con più azioni, un po’ perché la politica locale non ha ancora avviato un iter di valutazione e azione. Un po' perché in Regione si sta già pensando a come inseirre Ancona nelle misure da cui è esclusa, diversamente dal sud delle Marche.
Tutto questo mentre altre regioni pressano per ampliarla ancora di più, vedi la richiesta dell’Emila Romagna che teme il dumping di Pesaro sui comuni aree della regione come accaduto per il teramano con il Piceno. Ma si muovono anche i territori interni alle Marche. A cominciare da Ascoli Piceno, dove il sindaco Marco Fioravanti accelera e prova a prendere in mano il pallino del gioco.
Chi governa cosa e come, si è chiesto Fioravanti. Che non avendo altri impegni sovra comunali, da sindaco del capoluogo prova a dettare la linea. E così ha avanzato la sua proposta: fare del Piceno Consind, quello che un tempo era il Cosif nella piccola e laboriosa provincia fermana, il centro della regia tecnica, il luogo da cui elaborare progetti e dare linee alle imprese.
Ascoli, per essere ancora più chiaro, sta studiando il metodo migliore, in accordo con Confindustria, per valutare i progetti di Sviluppo economico. Quindi, tavolo tecnico con le associazioni di categoria e poi la cabina di regia tecnica specifica per la Zes, con l'obiettivo di accompagnare imprese e investitori tra assunzioni degli under 35 e crediti d'imposta sugli investimenti in beni strumentali e macchinari.
E Fermo? Per ora nulla si è mosso, tolta una riunione del Tavolo per la Competitività e lo Sviluppo in Provincia, settimane fa, di cui nulla si è saputo. Ecco, se si vogliono convincere le imprese a investire e la politica ad agire, serve di più.
Altrimenti, anche questa volta, Ascoli saprà prendersi lo spazio migliore, forte anche della tipologia di imprese, più grandi e quindi più propense a investire ingenti somme, come previsto dalla Zona economica speciale.
*direttore www.laprovincidifermo.com
