di Raffaele Vitali
FERMO – Si può raccontare in due modi la Cavalcata dell’Assunta di Fermo. Il primo, è quello dei vincitori, ovvero Molini Girola. Il secondo, è quello di chi il Palio neppure lo ha corso, i campioni uscenti di Torre di Palme.
Incredibile a dirsi, ma questo è accaduto. Sotto i 35 gradi che hanno accompagnato prima il corteo storico e poi il Palio, a vincere è stata Molini Girola con Chilivanesu, splendido cavallo montato alla perfezione da Sandro Gessa. “Pensavo di non correre più in provincia, ma la contrada ha saputo convincermi. E ora gli dico grazie, è stato bellissimo” commenta alla fine un estasiato Gessa.
Molini Girola ha dominato la sua batteria e poi, controllando la voglia di riscatto di Capodarco, che aveva vinto il sorteggio per il quinto posto, ha vinto la finale. E Torre di Palme? È accaduto tutto nella prima corsa, quella che a detta degli esperti era meno forte, ma che alla fine invece ha espresso il vincitore.
Un prima corsa spettacolare. Con tanto di giallo. Perché alla fine, dopo due partenze false, il cavallo di Torre di Palme non è partito. E così se lo sono giocati in quattro l’accesso alla finale. Sembrava nelle mani di San Martino un posto tra i migliori ma la curva a gomito che immette in viale Trento ancora una volta è stata decisiva. Troppo stretta e così il cavallo bianconero si ritrova in terza posizione. Davanti a tutti, al traguardo, arriva Molini Girola, seguito da Fiorenza.
Una corsa molto nervosa, con Torre di Palme che inizia a scalciare fin dai primi secondi costringendo così il mossiere a mandarlo in seconda fila e poi, addirittura, dietro il canapo piccolo: “Sei pericoloso per tutti”.
Nel mentre ‘gioca sporco’ Molini Girola che ritarda a mettersi in posizione, prendendo così anche un ammonimento. Ma la strategia paga, visto che alla fine arriva carichissimo al terzo canapo. In 1’04’’ chiude al primo posto e si guadagna ala finale. Fuori Campolege, quarta, e ovviamente Torre di Palme. Mentre al sorteggio va San Martino.
Nella seconda batteria, invece, Pila chiude al secondo posto dietro San Bortolomeo, perfetti cavallo e fantino in curva, dando l’impressione di non aver spinto. Capodarco, terzo, deve attendere il sorteggi per trovarsi così in finale.
Tutto da giocare. E dopo un’attesa infinita, con tanto di richiamo ufficiale del sindaco – podestà a fantini e mossiere, perché stava diventando buio, ecco Gessa che sapeva esattamente cosa fare. Del resto, lo aveva dimostrato nella prima batteria dove aveva sfidato il mossiere, prendendosi il richiamo e mandando completamente fuori giri Torre di Palme.
Vince, quindi Molini Girola. Festeggiano in pista i contradaioli, viene portato in trionfo il fantino e celebrato il giovane priore. La festa ha inizio, come le polemiche che non si spegneranno tanto presto il priore di Torre di Palme, Samuele Bruni, il suo primo faccia faccia con il mossiere lo ha avuto al termine della batteria ‘non corsa’ dal suo fantino.
Si chiude con gli applausi di tanti ai vincitori, ma no sono mancati gli inevitabili insulti, si chiude davanti a un sindaco soddisfatto per il pienone di ieri e di oggi, davanti a un presidente della regione che ha seguito con attenzione la rievocazione affiancato dal consigliere Marinangeli e dal presidente della provincia Ortenzi.
Per tutti, la benedizione di Rocco Pennacchio, “perché la Cavalcata è questo, la fede come affidamento a Maria e a una comunità”.