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"Valori, progetti e idee, la Yuasa è la mia casa". La Superlega ha il suo Ferguson: "Ortenzi è molto più di un allenatore"

20 Maggio 2025

di Raffaele Vitali

GROTTAZZOLINA - Sedici anni in maglia M&G per Massimiliano Ortenzi più due anni con la vecchia società di Grottazzolina. Una lunga cavalcata partita dalla serie C, subito vinta, poi quattro anni di B2, due di B1, tre anni di A2, tre anni in A3 dopo la riforma dieci campionati, due di A2 e uno in Superlega. Se c’è un allenatore che può dire di aver fatto la gavetta è proprio Ortenzi.

“E ora il secondo anno di Superlega che no era scontato è il punto da cui ripartire affidandosi alla regia di Ortenzi” sottolinea Fabio Paci, responsabile comunicazione della società, affiancato dai dirigenti Laconi, Finucci e Moretti.

La notizia è semplice: Ortenzi resta, nonostante le sirene di club più grandi, pronti per stare in alto, e di club ambiziosi che vogliono invece arrivare dove oggi sta la Yuasa Battery Grottazzolina. Una squadra non più matricola, visto che c’è una neo promossa, la big Cuneo che parte con le idee più chiare di cosa significhi stare tra i migliori

IL PRESIDENTE

“Per noi la conferma di Ortenzi è qualcosa di scontato. È per noi anche il responsabile tecnico del settore giovanile, non è solo un allenatore. Ed è anche un dirigente, è il nostro Ferguson” sottolinea Rossano Romiti. “Presto si parlerà di allenatore alla Ortenzi nella pallavolo” ribadisce facendo sorridere il coach.

L’ORTENZI PENSIERO

Non è emozionato, 18 anni gli sono serviti per trovare quella forza che in Superlega è al livello dei supereroi dei fumetti. “Qui non parliamo solo di pallavolo, ma di condivisione di valori, di come si concepisce lo sport. Abbiamo costruito questa casa che ha radici forti, essendo nata dalle difficoltà. Più semplice muoversi nel benessere, noi abbiamo imparato da errori e sofferenze che abbiamo affrontato in silenzio”.

Una società ‘anomala’ la M&G. “Quando tutto va bene possiamo non sentirci per giorni, poi ci  compattiamo quando serve superare i passi falsi”. Il Ferguson di Montegiorgio entra nel merito dell’annata: “Un anno di tante prime volte in cui mi sono arricchito anche nel confronto con gli altri allenatori e con dei miei giocatori che la Superlega l’avevano fatta davvero. Ho fatto un salto in avanti”.

Non ha mai dubitato sulla fiducia della dirigenza: “Ma non è scontata, da entrambi i punti di vista. E che tutti non diano per scontato che la Superlega è qualcosa di normale, ma è di straordinario”. Come straordinaria è stato il cambio a metà stagione, dopo un inizio che poteva far sentire Ortenzi perfino inadeguato.

L’ARABA FENICE

“Questo no. Inadeguato – ammette – non mi ci sono mai sentito. Pe diversi motivi: il rapporto con i miei giocatori e poi i numeri che non dicevano che meritavamo l’ultimo posto. Ci siamo sentiti pronti dalle prime partite, ci serviva tranquillità, i riscontri c’erano. Poi a Grottazzolina si valuta il percorso, che noi abbiamo vissuto confrontandoci molto. Se non avessimo raggiunto l’obiettivo, mai avremmo parlato di inadeguatezza, ma di crescita non sufficiente”.

Ascolta il presidente Romiti, che rilancia: “Mai avuto dubbi, da fuori si vedevano le undici sconfitte, da dentro il lavoro, la crescita dei ragazzi. Quando inizia un progetto, bisogna darsi del tempo, non aveva senso fermarlo a metà strada. Il progetto stava progredendo, eravamo consapevoli che la vittoria ci avrebbe sbloccato”.

E poi ci sono i momenti chiave, come l’incontro al Grottino, il rifugio a due passi dal comune, in cui davanti a un bicchiere di vino Allenatore, presidente e vice, si sono guardati negli occhi e dopo un doppio ko, contro Lube e Piacenza, hanno detto una sola cosa: ‘Ce la faremo’.

Così è andata e l’allenatore che non vinceva, dopo anni di trionfi, ha ripreso a correre con i suoi giocatori. Applausi, complimenti, articoli di giornali nazionali e le sirene tentatrici che riempiono l’aria di Grottazzolina.

Che però ha qualcosa di speciale per Ortenzi: “Non è più solo pallavolo, qui si parla di persone e condivisione. Il progetto, quello che stiamo costruendo non è solo Superlega, è tanto altro. L’ambizione personale chiaramente può esserci, ma in questo momento per me rappresenta di più un valore essere qui e continuare a lavorare. Non perché mi sento indispensabile, ma perché il team dentro e fuori dal campo sta lasciando una traccia. Poi se arriverà il momento in cui sentirò il progetto Grottazzolina consolidato, riprenderà forza la spinta personale, quell’ambizione che mi potrebbe spingere altrove” conclude Ortenzi.

Che come regalo finale ha ricevuto i complimenti anche dall’allenatore campione d’Europa, Angelo Lorenzetti: Gli ho scritto dopo la vittoria, mi risposto parlando di ‘collega che stiamo’. Per me che con la società lo cimavo per parlare allo staff, sapere che mi sono guadagnato il suo rispetto conferma la crescita come allenatore e come persona”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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