di Raffaele Vitali
FERMO / MILANO – “Le aziende agroalimentari marchigiane sono ambasciatrici del territorio: conoscerle significa non solo viaggiare nel gusto delle Marche perdendosi nei suoi sapori, ma anche contribuire allo sviluppo economico dell’intera regione”. Simone Mariani è il presidente di Linfa, l’azienda speciale di Camera Marche, che ha portato, insieme con l'assessore regionale Andrea Maria Antonini, una collettiva di imprese a Tuttofood, la fiera leader del settore in corso a Milano.
All’interno, tra le tante, c’è anche Terra delle Marche, la nuova realtà che produce pasta con grano made in fermano (leggi). La collettiva è una strada di partecipazione, poi c’è chi si presenta camminando sulle proprie gambe, con un proprio stand ma sempre con l’orgoglio di essere marchigiano. È il caso del Salumificio Mezzaluna di Fermo, guidato da Paolo e Marco, fratello e sorella, simbolo di una seconda e laboriosa generazione.
Mezzaluna, come sta andando Tuttofood?
“Non è la fiera del pienone degli anni passati, ma ci sono le persone davvero interessate”.
Cosa è cambiato?
“Fino a due anni fa trovavi il negozietto, la pizzeria, quest’anno il riferimento è il distributore che lavora con l’estero. E l’estero è il vero protagonista qui a Milano. Il negozio piccolo e di qualità è più facile trovarlo a Firenze al Taste, dove speriamo di partecipare nella prossima edizione”.
Quali i mercati di riferimento?
“La metà dei clienti di questi giorni a Milano viene dall’estero. Per fortuna abbiamo con noi anche Luca, il figlio di mio fratello Marco, che ha studiato Economia e Internazionalizzazione e si sta facendo le ossa nel settore calzaturiero. È molto abile nel rapportarsi con i buyer, quando sarà pronto per entrare in azienda avremo anche la terza generazione di Mezzaluna operativa”.
Tornano di mercati?
“Tanta Europa, belgi, polacchi e rumeni. Distributori che hanno già una piattaforma logistica in Italia. Quindi realtà consolidate che ora cercano il prodotto particolare da inserire sul mercato. Qualcosa di nicchia che colpisca il consumatore”.
Siete pronti?
“Per noi che siamo radicati nel territorio fa quasi strano ragionare con l’estero, ma è Milano il punto giusto per aprirsi. Tuttofood dimostra che anche l’artigiano ha il suo spazio. Per noi oggi l’estero vale il 30% del fatturato, la crescita è più che plausibile”.
Come vi fate conoscere?
“Il prodotto è il nostro biglietto da visita, ma è quando raccontiamo la storia, con tanto di macellazione interna di animali locali che rispettiamo nel loro sviluppo, restano conquistati”.
Solo l’Europa è interessata?
“Ci sono stati tanti giapponesi e cinesi, un mercato complesso e in questo periodo chiuso all’ingresso. Ma vengono per guardare, studiare e farsi trovare pronti non appena ci sarà una piena riapertura al prodotto alimentare italiano. E poi tanti americani in fiera. Hanno timore per i dazi, per questa fase instabile, ma sono convinti che non durerà questo periodo”.
Ma Mezzaluna è pronta per sbarcare nel mercato americano?
“Non al momento, ci stiamo riflettendo. Se la richiesta cresce, varrà la spesa e soprattutto il percorso complesso dal lato burocratico”.
Oltre a voi ci sono diverse aziende marchigiane in collettiva con Regione e Camera. Cosa ne pensa?
“Noi da anni ormai ci muoviamo da soli, ma la collettiva è bella, è un bel gioco di squadra. Se posso dare un consiglio, rivedrei la posizione e soprattutto vanno divisi per settori i partecipanti. Ovvero, la pasta deve andare nel padiglione della pasta e così i salumi o l’olio, poi tutti con un grande marchio della regione e della Camera nello stand. Secondo me funzionerebbe ancora di più rispetto allo stare tutti insieme”.
Voi avete rapporti con loro?
“Dove possiamo, aiutiamo. Lo abbiamo fatto coni giovani di Terra delle Marche, ci hanno chiesto un supporto e abbiamo messo delle brochure nello stand. Sono tanti gli chef nostri clienti che si sono interessati a loro, vedremo se poi diventeranno ordini”.
Dalla curiosità all’ordine, è questa la sfida in fiera?
“Trasformare i contatti in ordini è fondamentale. Noi abbiamo clienti in Spagna, in Germania, in Austria e in Svizzera”.
Come sta andando il 2025 di Mezzaluna?
“Direi bene, abbiamo avuto dei momenti difficili per i prezzi della materia prima che a cavallo tra il 2024 e il 2025 si era impennata. Abbiamo fatto degli aumenti, ma erano necessari. Li hanno accettati quasi tutti. Hanno capito che per garantire la qualità del prodotto era necessario, nessuno ha pensato alla ricerca di un maggior guadagno. Un momento difficilissimo, un cliente grande lo abbiamo perso. Poi prezzi si sono calmati, ma resta un mercato molto difficile, segnato anche da vicende nazionali che hanno messo in discussione il prosciutto come prodotto. Per fortuna noi abbiamo tutto tracciato e questo ci ha aiutato”.
Paola Mezzaluna, nel mondo con Fermo nel cuore?
“Dopo anni di richieste, ho parlato con il comune di Fermo e mi sono fatta dare diverse brochure peer poter rispondere alle domande degli stranieri ‘ma dove è Fermo?’. Cosa c’è di più bello di vendere un proprio prodotto promuovendo la terra in cui nasce?”.