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Troppa gente in giro, venti nuovi positivi nel Fermano. L'Oms: "Non si può aprire ora. Possibili screening su fasce di lavoro e d'età"

8 Aprile 2020

FERMO – Luci e ombre, come ogni sera, sul quadro dell’emergenza Coronavirus. Il professor Ranieri Guerra, rappresentante Oms e componente Cts, si siede al fianco di Angelo Borrelli. “Calano i pazienti in terapia intensiva, -99. E così i ricoverati, -233. Purtroppo ci sono ancora 552 morti. Mentre sale il totale dei guariti, oggi un record: 2099 in più rispetto a ieri”.

I CASI: FERMANO E MARCHE

Rallenta il Coronavirus nel giorno dei 50mila tamponi in Italia, ma bisogna fare attenzione: nel Fermano ci sono stati 20 nuovi positivi, contro i due di ieri. I nuovi contagi in Italia sono 3336, nelle Marche, invece sono stati 149 su 913 tamponi fatti, poco più del 16%, che porta il totale a 4859. Crescono piano anche i casi in isolamento nel Fermano, 727 in totale contro i 716 di ieri (1766 da inizio epidemia) tra cui 148 sanitari, dieci in meno rispetto a ieri. Numeri postivi che però fanno paura al contrario: la gente sta tornando in strada. Si arrabbiano i sindaci, ma anche i vertici dello Stato.

RESTARE A CASA

“L’Oms ha detto una cosa chiara: si comincia a vedere la luce in alcune zone del pianeta, ma non in tane e non in quelle vicino a noi. Il livello di allarme resta massimo. Il fatto che le misure di contenimento abbiano avuto un riscontro preciso. Quindi rilasciare provvedimenti di allentamento delle restrizioni potrebbe vanificare tutti i sacrifici. Siamo a un passo dalla prospettiva di vittoria, per cui serriamo le fila perché possiamo arrivare all’obiettivo. La gente deve capire che ha una responsabilità e non può delegarla, troppa gente in strada è un problema collettivo. Di certo non ci saranno azioni non legate al dato oggettivo” spiega Ranieri Guerra.

SCREENING DI MASSA

Che poi entra nel tema dello ‘screening di massa’ come opzione per riaprire le fabbriche e dare il via alla fase 2: “Non parliamo di screening di massa, ma di test a campione per capire bene la distribuzione del contagio, comprendendo anche degli asintomatici. Questo farebbe emergere anche il tasso di letalità del virus e la vera distribuzione per le classi di età e delle attività lavorative. Sulla riapertura ci sono prima dei passi preliminari da compiere. Non siamo in diminuzione netta, siamo nel rallentamento della trasmissione. Questo significa che c’è un serbatoio di positivi asintomatici che garantisce la circolazione del virus”.

RIAPERTURA

Insomma, per Ranieri il ‘no’ al momento è secco: “Non prevedo una riapertura ora”. Ma al contempo “si può predisporre una valutazione del rischio per riapertura per classe di lavoro, classe di età e area geografica. Ma deve calare la curva, cosa che oggi non è. E poi tenendo presente che abbiamo una categoria che per età ed esistenti problemi è più vulnerabile. Non credo che il Governo italiano procederà all’apertura tenendo conto questa rischiosità molto alta”.

FASE 2 A STEP

“Riunioni e dibattito continuo. Stiamo definendo le linee per i requisiti minimi per poter parlare di fase 2. Ne dico una: la capacità del Paese di identificare entro 24-36 ore i casi sospetti. E poi, sia chiaro, quando ci saranno le condizioni minime, non oggi, aprire qualcosa. Non tutto, qualcosa. Poi dopo due settimane altre aperture in modo da poter gestire eventuali nuovi sviluppi del virus”.

La guerra è lunga, non è facile affrontare il Coronavirus: “Non c’è un luogo fisico dove agire” conclude Borrelli.

r.vit.

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