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Tre dipinti per raccontare la Madonna: 'Immagini di maternità' nel museo diocesano di Fermo. "Maria è il simbolo del dialogo"

24 Luglio 2025

FERMO – Tre opere d’arte per una esclusiva esposizione all’interno del museo diocesano di Fermo. che fa parte delle tredici tappe nelle Marche, definite dalla conferenza episcopale marchigiana che ha deciso di veicolare un messaggio di speranza e bellezza. Per Farlo è nata ‘Immagini di maternità’ che a Fermo ha in tre quadri il suo apice.

Il prefetto di Fermo, Edoardo D’Alascio, è un amante della pittura e ha approfittato della presentazione della mostra per visitare in maniera approfondita il museo diocesano. Un piccolo e ricco gioiello che attira turisti, soprattutto stranieri inglesi, desiderosi di vedere la casula di Thomas Becket conservata al suo interno. Un pezzo in tessuto arabo che d più di 1000 anni sprigiona l’incredibile maestria dei sarti.

“Mi piace esserci, ascoltare, conoscere e riportare anche questo nella mia attività al servizio dei cittadini. La cultura è alla base della vita. Maria è una figura a cui tutti siamo legati. È per me un punto di riferimento, è il fondamento del dialogo, che non è solo quello verso il padre dei cattolici, ma quello quotidiano interreligioso. Maria è una figura riconosciuta anche dall’Islam, per esempio. Quando penso a Maria in maniera laica è il suo essere il legame tra la cultura cristiana e il resto del mondo”.

Cultura a Fermo è Micol Lanzidei, l’assessora che sui musei tanto sta investendo, tanto da aver fatto entrare nella rete anche il museo diocesano: “Ognuno di noi è portavoce del bello che abbiamo. Vedere insieme le diocesi nell’ottica della valorizzazione è importante. Tutti cerchiamo il dialogo, mi piace questa immagine che il prefetto ha dato. Aggiungo che Maria è anche il dialogo tra il credente e il non credente, visto che è all’origine dell’uomo. Questa mostra ci aiuterà a pensare anche alle madri nei luoghi di guerra, a chi non può neppure allattare suo figlio. Ma siamo anche di fronte alle difficoltà di madre terra, un ambiente che ha bisogno del nostro aiuto”.

La mostra rientra nell’anno giubilare, ricco di iniziative. “La nostra diocesi ha al centro la figura di Maria e quindi più di altri territori ha a cuore il culto e la spiritualità legata alla Vergine, non a caso il duomo è dedicato all’Assunta, che è anche patrona di Fermo” spiega Alma Morelli, direttrice del museo diocesano.

L’arcivescovo Rocco Pennacchio parte da due pensieri: “Il primo è legato alla conferenza episcopale, quando scegliemmo il tema dell’esposizione, cadde su Maria, per il suo essere condivisione, e la maternità, che è un archetipo, che riguarda tutti. E poi c’è il tema della speranza, che rientra nel giubileo cosa meglio della maternità esprime la speranza nel futuro. E questo è  un messaggio, come ricordava l’assessora, anche dove la speranza è bassa”. Il secondo spunto è un’esortazione: “La Regione ci ha sostenuto e dà modo alla ricchezza debordante della cultura delle Marche, dell’arte, di emergere. A partire dai musei diocesani. E ci sono anche tanti musei parrocchiali. Basta arrivare a Capodarco, a Torre di Palme e si trova un Crivelli da ammirare”.

Nel merito della mostra entra quindi Alma Morelli, che ha fatto scelte quantomeno originali per i tre quadri: “Abbiamo riallestito la sala, mettendo come focus Maria anche oltre i tre quadri centrali. Presto torneranno anche opere che dal deposito hanno trovato posto nella grande mostra sul Rinascimento di Fermo. E anche in questo caso parliamo di dipinti dedicati a Maria”.

La scelta è quindi caduta su opere tra il 1350, Marco di Paolo Veneziano e Marino Angeli, e il 1400 con Vittore Crivelli. Tre opere parte di polittici. “Abbiamo la Madonna e il bambino, la Madonna e il Cristo in momenti diversi. Abbiamo scelto di raccontare la storia di Maria con momenti diversi: la Madonna col bambino sprigiona tenerezza, con lo sguardo rivolto al fedele. Il bambino ha in mano unfiore rosso, richiamo alla passione e alla resurrezione” spiega Morelli

“Il Crivelli racconta invece il momento più doloroso della vergine, ovvero la pietà. Il momento della deposizione del Cristo, un dolore che è mediato dal fondo oro che annuncia già la resurrezione. Non è un dolore che muore con la morte” aggiunge la direttrice del museo.

“Il terzo quadro invece racconta l’incoronazione della Vergine, che è un racconto che sancisce il riconoscimento, un riconoscere colei che ci porterà alla salvezza”. La mostra resterà aperta fino al 30 novembre. “Attorno costruiremo una serie di eventi, grazie alla collega Chiara Curi, riflessioni e – conclude Alma Morelli - attività per valorizzare e arricchire il periodo. Daremo anche modo alle scuole di venirla a visitare. Ultima chicca, vicino alle tre opere, due quadri ‘originali’ che raccontano altri due aspetti di Maria: la sacra famiglia e l’educazione con Sant’Anna e san Gioacchino.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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