FERMO – Una inaugurazione spettacolare, per ospiti e partecipazione, resa surreale dal cantiere ancora aperto che rende il polo sportivo di Lido Tre Archi incompiuto. “Quello che manca è la parte dell’arrampicata sportiva, ci sono stati dei ritardi. Ma è questione di poco” spiegano gli assessori compatti all’iniziativa.
Non manca nessuno, dal sindaco Calcinaro ai componenti di giunta. Sono loro ad accogliere, insieme con centinaia di cittadini, Billy Costacurta, che essendo ormai un volto televisivo più che un calciatore è il più ricercato. Ma colpire son ole storie dei fratelli Maddaloni e la tranquilla determinazione di Mangiacapre, il puglie che ha vinto il bronzo alle Olimpiadi di Londra. E poi c’è lui, l’idolo locale, il ginnasta Carlo Macchini, fresco vincitore di una tappa di Coppa del mondo nello stesso stadio in cui aveva assaporato il sapore della delusione alle Olimpiadi di Parigi.
Per tutti, un mix di parole e strette di mano, di domande a cui dare risposte, tanti i giovanissimi sportivi vogliosi di sapere come si diventa campioni. Ed il bello è che nessuno si è tirato indietro. Non è questione di cachet, muoversi tra quei grandi palazzi, consapevoli delle difficoltà del quartiere fronte mare di Fermo, li responsabilizza davvero.
La struttura è funzionale, il bello verrà dal completamento delle opere, anche se lo spazio ring, “in cui inseriremo anche i tatami” precisa l’assessore Torresi, è un piccolo capolavoro. La scelta del Comune è stata quella di portare strutture sportive ‘fisiche’ dove c’è bisogno di creare integrazione e comunità.
Quale la logica? La spiega al meglio il pugile Mangiacapre: “La boxe è uno sport che racchiude umiltà, sacrificio e dedizione. Il punto principale del pugilato è creare l’uomo, prima dell’atleta. Oggi come oggi farlo è la base fondamentale per una civiltà migliore”.
Un lavoro che deve fare il singolo, magari aiutato, in un quartiere così ricco di etnie, da bravi coach: “Più che altro bisogna pubblicizzare lo sport in generale. Non bisogna creare maestri forti, ma idoli. Servono modelli, dare degli obiettivi che non siano i tiktoker demenziali che i nostri figli ammirano e vogliono seguire. La base fondamentale è creare delle persone da poter prendere come esempio”.
In questo la boxe può davvero aiutare, il messaggio di Mangiacapre è anche ai residenti che magari pensano che si voglia insegnare violenza: “Il pugile, quando sale sul ring sfoga, l’80% degli amatori son dottori, avvocati, professionisti. usciamo dall’idea che il pugilato sia sangue e pugni. Quella che vedo oggi è una bellissima realtà e una vera opportunità”.
Al suo fianco si muove Carlo Macchini, che viene fermato per selfie e autografi, qualcosa di incredibile fino a poco tempo fa, visto che era un trattamento riservato solo ai calciatori. E Macchini, come sempre, è ultra disponibile con il suo immancabile sorriso. Anche i colleghi di Polizia una foto se la scattano, perché sono una grande famiglia (leggi). È un giorno di festa, ci sono intere famiglie, ci sono i residenti, ci sono colori e lingue diverse, c’è quel percorso di rivoluzione sociale su cui lavora il dirigente e direttore d’Ambito Alessandro Ranieri.
Il cantiere non è finito, ne sono tutti consapevoli, ma il taglio del nastro non era rinviabile, tutto programmato da tempo e troppa la voglia dei più piccoli di iniziare a tirare a canestro di salire su un ring e appoggiarsi alle corde molleggiate, ad ascoltare chi ha un vissuto importante e che, come nel caso dei judoka Maddaloni partiti da Scampia, tutt’altro che scontato. E poi, si sa, domenica si vota. E quindi, anche una palestrina da fitness è funzionale.
