di Raffaele Vitali
AMANDOLA – Una serata speciale quella vissuta in piazza del Risorgimento ad Amandola, per una volta chi racconta gli altri diventa protagonista per far conoscere il mondo dietro il giornalismo. È l’evento di chiusura ‘pubblica’ della Sibillini Europa Summer School che per quattro giorni ha animato i Sibillini con 41 studenti universitari arrivati da tutta Italia, Ucraina e Vietnam.
Roberto Tallei, marchigiano doc, volto di punta e vicecaporedattore di Sky Tg 24 per cui è stato per 5 anni corrispondente da Bruxelles, e Luca Moriconi, partito da Servigliano e diventato vicecaporedattore del Tg2 e inviato principe della cronaca politica italiana dietro i vari premier, hanno spiegato il dietro le quinte di chi sta sempre davanti alla telecamera. A stimolarli Fiammetta Sacconi, componente del direttivo di Sibillini Europa, l’associazione che organizza il tutto. A tradurre in diretta i contenuti agli stranieri, i due ideatori Daniele Calisti e Pierpaolo Settembri.
“Un pensiero agli studenti ucraini che stanno partecipando alla Summer School. Il benvenuto è a tutti, ma per voi un messaggio speciale” sottolinea il sindaco Adolfo Marinangeli incassando l’applauso della piazza. “La scelta di far capire come raccontare l’Europa è vincente. Viviamo in un’era in cui le fake news sono troppo comuni, dobbiamo riavvicinare le persone alla verità e quindi alla nostra istituzione europea” aggiunge l’assessore alle politiche comunitarie, Enrico Sciamanna.
EUROPA LONTANA
Parlare di Europa e territorio è una sfida. “L’Europa è vista più come una matrigna che come una madre. Invece, l’Europa dobbiamo vederla come un condominio, in cui ci sono i millesimi che incidono. Tutti però contribuiscono al condominio, nelle spese, e ricevono i benefici. L’Europa – spiega Tallei - non è qualcosa di astratto che ci salverà dalle difficoltà. Parliamo di una istituzione che fa moltissimo, è mossa dal principio di prossimità. Fa tanto, ma non sempre viene evidenziato, perché è facile dare le colpe all’Europa e i meriti a chi ci sta vicino” introduce Tallei.
C’è anche il problema legato al giornalismo: “I fondi di coesione arrivano, vengono spalmati sui territori, noi raccontiamo come vengono usati e veicolati, ma non abbiamo mai raccontato da dove vengono e perché. Qui sta il pezzo di racconto che viene a mancare una volta che inauguriamo un’opera, la strada, il palazzo ristrutturato. Dobbiamo raccontare l’Europa che non è matrigna, ma che ogni giorno si occupa di noi. Anche perché noi siamo europei e votiamo” aggiunge Moriconi.
NON SOLO FONDI
I soldi non bastano, serve di più. la Brexit insegna. “Abbiamo avuto libertà di movimento e una moneta unica. Ma serve un’altra narrativa. E anche l’Europa deve fare un passo avanti. Se la Brexit vince nelle zone rurali che avevano avuto più fondi, qualcosa è mancato: i vantaggi non sono stati comunicati. E oggi gli inglesi si rendono conto del peso della scelta. Far conoscere il potenziale dell’Europa in un mondo interconnesso è fondamentale e non lo abbiamo fatto. Che poi ci sia un’Europa troppo burocratica e che a noi piace più per i giochi politici è realtà” riprende l’inviato di Rai 2 che questa settimana la passerà in conduzione in prime time.
Per Tallei la Brexit è un suicidio politico, “erano i più privilegiati gli inglesi. Negli anni post Brexit hanno visto aumentare l’immigrazione clandestina, ed era uno dei punti chiave dietro il voto. E poi regole per i lavoratori che creano problemi di manodopera, l’ultimo è quello dei dentisti. In Italia abbiamo un problema reale di narrazione. Noi ne parliamo tantissimo, in Francia su Bruxelles non c’è una riga. L’Europa è una sfida che parte dai conti pubblici e arriva alle regole comuni, come il mercato che a noi è fondamentale. Non ci sarebbe una vita per l’Italia fuori dall’Europa chiederci a che ci serve è sbagliato nelal domanda” è il messaggio dell’uomo Sky.
EUROPEISTI
Tallei si definisce un euro realista: “L’Europa ha le sue colpe, il problema del giornalismo è che spesso in Italia è a tesi, bello o brutto. E così si polarizza la discussione tra supporter e antagonisti. Noi siamo campioni per portare le beghe italiane all’estero e questo serve solo a indebolirci, perché all’Europa non interessa il nostro caos”.
Aggiunge Moriconi, che rappresenta ‘chi arriva e segue’ il politico italiano: “Noi troppo spesso proiettiamo le nostre beghe in Europa. Mi sono trovato a fare consigli europei e a dirmi ‘a che è servito?’ visto che abbiamo parlato di questioni italiane. E non è una questione di colore, ci ritroviamo a Bruxelles per parlare delle cose italiane. Noi potremmo fare un racconto diverso, sarebbe interessante uno spazio di news europee quotidiane. Non possiamo limitarci ‘al chi interessa’, compito del giornalismo è anche far crescere una consapevolezza“.
GLI ARGOMENTI
Fa più appeal la diatriba tra Meloni e Salvini, Grillo e Conte che la battaglia in Europa su alcuni temi. “Invece – ribadiscono - tutto passa in Europa, molto di quello che il Governo può fare è condizionato da vincoli, regole e circostanze sovranazionali. E invece ci ritroviamo a parlare dei tappi delle bottiglie, mentre i problemi sono enormi. Dovremmo fare lobbying seria e non buttarla in caciara. Poi però l’ascoltatore e il lettore si fermano sul tappo, almeno fino a quando non gli facciamo capire il perché”.
COME COMUNICARLA
“In primis bisogna avere le idee chiare. E non fidarsi di chi vende soluzioni semplici per problemi difficili. Di certo una buona dieta informativa prevede che su una determinata questione sia bene ascoltare e leggere più fonti, anche stampa internazionale. Fate attenzione a determinati social network che sono peggiorati, in primis X che è diventato invivibile, mentre prima era una fonte primaria. Ora ha un algoritmo che premia i contenuti più divisivi e mi fa leggere tante cose che non mi piacciono, di idee che non condivido e non diffonderei mai. Attenzione a chi gioca sui messaggi divisivi che sono sexy” spiega ai partecipanti, un mix tra giovani e adulti, Roberto Tallei.
“La prima regola è leggere tanto, anche quello che sembra paradossale. E poi metteteci del vostro, valutate, pensate, criticate, analizzate. Dobbiamo essere capaci di elaborare il pensiero” chiosa Moriconi.
Messaggio finale educativo è che non ci si può limitare al Tg delle 20, perché nasce con 15 servizi legati a ogni argomento di giornata. “L’analisi non la puoi chiedere al telegiornale. In 20 minuti deve parlare di tutto, è purtroppo così. Poi hai i programmi di approfondimento, i giornali, le radio. Siamo consapevoli, che non funzionano gli strumenti di approfondimento perché non esiste l’informazione neutra, tutti abbiamo un editore e in Italia abbiamo troppi giornalisti opinionisti che interpretano la notizia. Per cui, aiutatevi a capire, leggete e guardate di più”.