
PESARO – Doveva vincere e ha vinto la Victoria Libertas Pesaro alternando buone giocate a momenti di buio cestistico.
Primo tempo di straordinaria bruttezza alla Vitrifrigo Arena di Pesaro. Per tre minuti Victoria Libertas ed Estra Pistoia non fanno mai canestro. Dubbi tra il pubblico di aver sbagliato sport. Poi si sblocca l’ex, Simone Zanotti. Che dopo aver stoppato Maretto mette una tripla, per poi tornare ai suoi standard pesaresi perdendo una palla e commettendo due falli banali.
Il problema è che anche Pistoia ha capito come gioca la VL e alza il tonnellaggio su Miniotas, che comincia ad accusare la pressione fisica e sbaglia appoggi facili. Anche se chi resta nei ricordi dei tifosi per il primo quarto è senza dubbio Quirino De Laurentiis che da sotto canestro appoggia con tanta delicatezza che colpendo il tabellone apre il contropiede dei toscani. I dieci minuti pensati per Halloween si chiudono sull’11-18 grazie a un piccolo sussulto di Bucarelli.
Leka spende i due minuti dell’intervallo per provare a ordinare le idee dei suoi. Schiera così un quintetto piccolo, con Bucarelli da quattro insieme con Felder, Tambone, Bertini e De Laurentiis che compensa i disastri in attacco con una buona grinta difensiva. Da una sua palla rubata nasce la tripla in transizione di Bertini, l’unico che con Maretto punta il ferro con convinzione (18-18).
Il coach di Pesaro inizia con i suoi quintetti anomali e come spesso accade, uno va e uno no. Tra Quirino De Laurentiis e Fainke, Leka non trova alleati. Tra l’altro il coach si dimentica Virginio in panchina, lasciando così la squadra senza un quattro per tutto il secondo periodo. Due giocate di Bucarelli, che ogni tanto si prende un break in difesa ma in attacco è l’unico che riesce a mettere in ritmo Miniotas che ha bisogno di movimento quando si trova di fronte giocatori più fisici.
In quello che sembrava il momento migliore di Pesaro, Pistoia raddrizza la mano dalla lunga distanza. Entrambe le squadre tirano malissimo, Pesaro chiuderà il secondo quarto con 15 conclusioni in più e due punti in meno (34-36).
Punteggio basso frutto di tanti tiri sbagliati anche da liberi. Sarà la stanchezza del turno infrasettimanale a spiegare le scelte infelici, con i tiri da tre che sono più di quelli da due, proprio perché di azioni costruite se ne vedono poche.
Nel terzo periodo lo speaker del palazzo con stupore nomina Virginio, tutti pesavano fosse andato a farsi la doccia. E invece, Leka deve aver pensato di caricarlo con la panchina. E il lungo entra così determinato che in un amen segna sette punti. È il protagonista dei primi cinque minuti insieme con Felder. Il play americano, che torna dopo settimane di assenza, vorrebbe spaccare il mondo. Dopo i primi minuti fatti di palle perse e ferri, trova il suo tiro morbido dalla media e dalla lunga. Il massimo vantaggio, Pesaro va a più otto, non serve però a scrollarsi di dosso Pistoia.
Bucarelli fa e disfa, ma la difesa di Pesaro regge e con Maretto e Bertini a rimbalzo c’è più dinamismo, quello che Pistoia ha perso nei suoi piccoli minuto dopo minuto (56-46 al 30esimo).
Che Maretto sia un punto fermo del gioco di Leka lo dimostra il fatto che nonostante gli 0 punti a referto sia in campo anche a inizio quarto periodo. Il numero 7 sente la fiducia e infila la prima tripla della sua partita, che tra l’altro è l’ottava per Pesaro su 32 tentativi. Nonostante questa percentuale poco edificante, la Vl scappa via.
I due americani di Pistoia sono annichiliti dalla difesa di Bertini e Maretto. Il vantaggio permette a Leka di lasciare Miniotas a riposare, provando così a stimolare l’orgoglio di De Laurentiis, che se gioca in questa maniera è un problema per tutti, visto che Fainke non può in questo momento reggere il campo.
Pesaro non ha killer instinct e Pistoia prova, usando le maniere sporche, a rientrare. Leka mette in panchina Tambone e Bucarelli oltre che Miniotas e Felder, la squadra va in confusione e si limita a commettere falli, raggiungendo così il bonus già al sesto minuto. Va bene far riposare Miniotas, ma prima le partite vanno vinte. Ci pensa quindi l’uomo mascherato, che ha imparato che se gli mettono le mani addosso deve usare il suo fisico, che tra i pari ruolo non ha eguali, anche se si chiama Knight e ha il passaporto americano.
Pesaro è in controllo del match (74-57), ma Leka vuole stupire: rimette in campo prima Tambone e poi Miniotas, entrambi fuori ritmo, tanto che Pesaro non segna più per due minuti, Pistoia ringrazia e con una tripla di Zanotti obbliga il coach a usare quell’oggetto misterioso che si chiama time out. Ma ormai il vaso è rotto, Bucarelli si prende un tecnico per flopping e Zanotti segna ancora un incredibile -7. La palla pesa, nessuno vuole tirare e così dal nulla esce la barba curata più amata di Pesaro: Miniotas segna da tre e poi con un tap in a rimorchio chiude il match (82-73). Pesaro è prima con Verona. Bene così.
Raffaele Vitali
