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Strategia anti Covid, Ciarrocchi: "Il vaccino non teme la variante inglese. Astrazeneca e medici di base per i pazienti fragili"

19 Febbraio 2021

di Raffaele Vitali

FERMO – Dottor Giuseppe Ciarrocchi, come procede il lavoro del distretto prevenzione in tempo di pandemia?

“Abbiamo ripreso alcune vaccinazioni extra Covid. Siamo ancora a livello ridotto. Garantiamo lo 0-2 anni e le urgenze. Per i sei anni, il papilloma e i 16enni stiamo organizzando un’azione di recupero sperando che la pandemia rallenti”.

Che significa?

“Sono attività compatibili solo se la circolazione si abbassa. Chiaramente più virus c’è, più il personale è impegnato nel tracciamento oltre che nella vaccinazione. Ma, per essere chiari, la vaccinazione adolescenziale ha un calendario definito. Dal punto di vista medico se un vaccino prevede più dosi, tipo il papilloma virus che ha un intervallo minimo di somministrazione, il problema non c’è. Perché non c’è un intervallo massimo”.

Perché il tracciamento prosegue?

“Una attività ancora fondamentale, ora di più con le varianti. Con la presenza di quella inglese che sostituisce, essendo più contagiosa, nel breve-medio termine il sierotipo di Covid che sta circolando da un anno. Se lasciamo libera la variante, questa nel giro di un mese sostituisce il sierotipo virale presente, diventando prevalente”.

I rischi?

“Ad Ancona il 60% dei tamponi sono dovuti alla variante in Inghilterra. A Bollate sta accadendo una cosa simile. Siccome il tracciamento è una azione chiave nel contenimento, insieme con mascherina, igienizzazione e distanziamento, non possiamo sospenderla”.

Il vaccino resta efficace?

“Le varianti attuali non sono un problema. In particolare quella inglese, che è provato venga contrastata. I soggetti con due dosi di vaccino non hanno né malattia né infezione. Questo di sicuro con la Pfizer avviene”.

Ci faccia capire.

“Il virus fa il suo compito molto bene. Infetta persona persona e in questo meccanismo si adatta. Cambia continuamente, acquista la sua condizione più favorevole alla trasmissione. Più si trasmette e più acquisisce forza. Per evitare le varianti dovremmo avere una bassa circolazione virale. Se invece circola molto visto che ‘non vaccino, non porto mascherina, non pianifico dei lockdown e lascio liberi gli assembramenti’ i problemi aumentano. Più mutazioni abbiamo, più aumenta il rischio che il vaccino non funzioni”.

Cosa fare?

“Ideale è vaccinare il famoso 70%, come fatto da Israele. Da noi è più complesso, anche se gli inglesi lo stanno facendo immunizzando il più possibile. E infatti i casi di Covid sono diminuiti di sei volte”:

Ci sono vaccini più efficaci?

“Quelli che consociamo funzionano. Quindi non è questione di AstraZeneca o Pfizer. L’importante è vaccinare”.

Situazione nel Fermano, sono presenti le varianti?

“Il nostro laboratorio zooprofilattico è in grado di sospettare una variante, che è a carico della proteina antigenica spike. Per capirci cosa accade: dal tampone positivo emergono i problemi sulla proteina spike. Se si nota qualcosa, il tampone finisce a Torrette che è in grado di sequenziarla. A oggi abbiamo avuto dei sospetti, ma non abbiamo rilevato alcuna variante. Da noi la situazione è sotto controllo.  Abbiamo pochi casi, una trentina negli ultimi due giorni. Siamo su numeri molto piccoli. Magari però gira molto tra asintomatici e questo non lo sappiamo. Per questo dobbiamo accelerare sulla vaccinazione”.

Servirebbero più punti vaccinali?

“È diversa la questione di massa. Dai 16 agli 80 è una popolazione che si muove, possiamo fare tutti al palasport di Porto San Giorgio con esercito e protezione civile, per fare un esempio. Per gli over 80 il discorso è più complesso, spesso hanno acciacchi. Più parcellizzi e meglio sarebbe per la diffusione dei punti vaccinali. Poi però c’è la realtà. E Montegranaro sta funzionando molto bene”.

C’è bisogno di una struttura ospedaliera vicina?

“Il vaccino è ben tollerato, salvo qualche reazione standard come una febbre”.

Perché non usare i medici di famiglia?

“Sono fondamentali ancora di più per gli over 80, ma manca l’accordo. Anche se un problema organizzativo c’è. Pfizer è un vaccino con sei dosi, non si può dare al medico di medicina generale senza una organizzazione perfetta. Nessuna dose si può sprecare e una volta diluito, il vaccino va consumato entro sei ore, non resiste di più a temperatura ambiente. Infatti, il sistema prevede che se al punto vaccinale non si presenta un anziano, ci siano dei supplenti da chiamare e coprire così il buco”.

Come pensa di raggiungere i 5mila over 80 mancanti dalla prenotazione?

“Probabilmente molti saranno allettati, non autosufficienti e quindi dovremo andare a prenderli. Questo mondo inizierà a prenotarsi tra pochi giorni”.

Ciarrocchi, siete pronti anche per le scuole? L’assessore Saltamartini parla del primo marzo come giorni di inizio.

“Mi piace andare per gradi, dipende dalle dosi di vaccino a disposizione. Il personale scolastico è più facile, immagino un weekend in un solo posto e tutto è risolto. Tra l’altro AstraZeneca è stato approvato fino agli under 65. Questo è un vaccino perfetto per i medici di base, si conserva in frigorifero ed è monodose”.

Quale è la situazione dosi?

“Siamo in grado di garantire le due dosi per tutti con Pfizer. AstraZeneca arriverà, per ora non l’ho visto, e lo useremo per chi ci verrà detto. Vorremmo procedere in maniera più veloce, ma non dipende solo da noi. Domenica termineremo tutto il personale sanitario per cui abbiamo già in programma il richiamo tra il 4 e il 12 marzo”.

Dottor Ciarrocchi, ultima cosa. Che fine hanno fatto i pazienti fragili nel piano vaccinale?

“Non ci sono indicazioni per oncologici e malattie croniche. Io sarei perché AstraZeneca venga subito data ai medici di famiglia per le categorie e a rischio. Un sistema rapido e veloce”.

Come aumentare il numero dei vaccini?

“Non avendo stabilimenti di produzione attualmente attivi, è complicato. Questo è stato un errore italiano. Ora forse inizierà Pfizer a Pomezia. E ci sono state altre due grandi case farmaceutiche che hanno fatto accordi con Pfizer, tutto verrà accelerato. Dobbiamo essere fiduciosi”.

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