FERMO- Una conferma, non certo uno stupore: Il Primo Premio “Storie di Alternanza e competenze”, assegnato dalla Camera di Commercio delle Marche, è andato a un gruppo di studenti del quinto anno della sezione Chimica dell’Istituto Montani. Riccardo Bordoni, Michele Cannavò, Patrizia Veronica Plosko, Eros Tschauschev, con la professoressa Teresa Cecchi, hanno colpito la commissione con il progetto “Urban Mining di Litio e Cobalto mediante la chimica verde”, realizzato con la collaborazione dell’Asite, la partecipata di Fermo che si occupa dei rifiuti.
Soddisfatta la dirigente Stefania Scatasta: “Lavoriamo didatticamente nella direzione della sostenibilità ambientale, la scuola è attenta a captare il cambiamento in atto nelle logiche di reperimento delle risorse indispensabili per la transizione energetica in atto”.
Il Litio e Cobalto, fondamentali per la transizione energetica e digitale, sono risorse non rinnovabili. Il percorso sperimentale ha stimolato l’utilizzo delle competenze chimiche per arrivare ad una tecnologie sostenibile per il loro recupero, mettendo al primo posto le persone ed il pianeta. La domanda del Cobalto infatti è triplicata dal 2010 e raggiungerà le 222000 tonnellate entro il 2025 essendo fondamentale per la produzione di batterie ricaricabili ma è anche estremamente tossico.
Raccolto per lo più dai bambini, per fermare questo dramma sociale serve la scienza. “Tutti vedono nella batteria il dispositivo che permette di parlare al cellulare. I chimici devono vedere oltre: le batterie esauste sono una miniera urbana di Cobalto e Litio. La scorsa estate 10 di esse, gentilmente donate dalla ditta Axore di Porto Sant’Elpidio, sono state oggetto di studio per l’ottimizzazione dell’innovativo metodo estrattivo che prevede ancora una volta, al Montani, l’utilizzo di reagenti da innocui scarti alimentari come reattivi efficaci e sostenibili, in un approccio di economia circolare” aggiunge la professoressa.
I risultati sono stati sorprendenti: tali reattivi non sono solo cruciali per recuperare l’oro dai rifiuti RAEE, come precedentemente dimostrato nei nostri laboratori, ma sono anche perfetti “minatori chimici” per quei metalli che ci permettono di abbandonare l’uso dei combustibili fossili responsabili del cambiamento climatico in atto. “Queste attività di ricerca sui metalli e il loro recupero – conclude Scatasta - hanno fatto meritare ai nostri studenti questo premio e stanno entrando nella didattica curricolare, rendendola orientativa anche verso lavori che oggi non esistono”.