
*La piccola provincia di Fermo sta vivendo un momento strano a livello sportivo. Le due realtà principali vivono risultati opposti dal punto di vista tecnico, ma condividono lo stesso problema sugli spalti.
La Fermana è prima in classifica. Fa strano scriverlo, dopo anni di retrocessioni, quasi fallimenti e difficoltà finanziarie, più che tecniche. È prima, ma quando gioca al Recchioni, l’enorme stadio nel cuore di Fermo che qualcuno voleva spostare e che magari se questo resterà il livello di pubblico lo si potrà anche valutare, è supportata da qualche centinaio di spettatori. Perché la curva Duomo ha scelto per protesta verso la proprietà di non presentarsi. Mentre segue i canarini in trasferta. E qui fa la differenza, lo dicono le cronache del lunedì e la grinta che i giocatori sanno mettere anche nelle difficoltà. Giusto o sbagliato disertare lo stadio di casa, c’è un problema anche economico: meno tifosi, meno incassi in un campionato in cui già di soldi se ne vedono pochi.
Spostandosi al PalaSavelli, palasport da 3500 posti, ecco il mondo Yuasa Battery Grottazzolina. La piccola grande che ha portato un comune di 3mila abitanti e tutta la provincia in Superlega, quest’anno arranca all’ultimo posto. Stesso iter di un anno fa, con una differenza. La stagione passata la Yuasa l’ha vissuta con il pubblico dalla sua parte, quello che di fronte a un 3-0 con Piacenza, uno dei colossi del volley, batteva comunque le mani.
Migliaia di spettatori ogni domenica erano lì per vivere ore di festa, senza mai dimenticare che una formica tra grandi lucertole rischia di scomparire velocemente. Sia chiaro, il tifoso ha il diritto di battere le mani, come di fischiare. Ma non dovrebbe dimenticare la base di partenza. A Cuneo, neo promossa, si vince anche perché i tifosi sono davvero il settimo uomo, come al PalaSavelli un anno fa.
Senza pubblico, due realtà che stanno compensando la morte della pallacanestro, in attesa della sua araba fenice oggi ci sono tre squadre in serie C, categoria lontanissima dai fasti Sutor e Poderosa, non possono resistere e crescere.
Senza pubblico non c’è futuro, perché i soldi degli sponsor possono essere l’alimento, ma la vita è nel terreno. Se si secca, nessuna realtà sopravvive. Serve quindi una riflessione, anche da parte delle società, per capire cosa non sta funzionando. Essere primi nel vuoto o ultimi tra i fischi non aiuterà a raggiungere i reciproci obiettivi: promozione in D e nuova salvezza. Questo è certo.
Ma lo devono capire tutti, istituzioni comprese che non possono parlare di sport, e commentare pubblicamente, solo quando c’è da brindare. Anche perché di tennisti all’orizzonte, nel Fermano, proprio non se ne vedono.
*direttore www.laprovinciadifermo.com
