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Spazio Betti. La voce di Ferracuti con la chitarra di Capodacqua: "Raccontiamo il lavoro con i versi del poeta Di Ruscio"

19 Maggio 2023

FERMO – Luigi Di Ruscio non è un nome qualunque. Non lo è a Fermo, non lo è di certo in Norvegia, dove emigrò nel 1957 e dove è morto nel 2011.

Al poeta nato sotto il Girfalco è dedicato ‘Non possiamo abituarci a morire’ un originale spettacolo che unisce le parole dello scrittore Angelo Ferracuti alle note di Paolo Capodacqua. Appuntamento domani sera, sabato 20 maggio alle 21 nell’innovativo Spazio Betti.

Filo conduttore di questo incontro tra linguaggi e sensibilità differenti è la condizione del lavoro dal ‘900 a oggi. “La declineremo – spiega Ferracuti - da un punto di vista esistenziale e politico, partendo dalla poesia e dalla storia umana del poeta Di Ruscio”.

Autodidatta, Di Ruscio aveva fatto solo la terza elementare, militante di base del PCI di Togliatti, pubblicò la prima raccolta di versi, "Non possiamo abituarci a morire" con la prefazione di Franco Fortini. “Ma anche Salvatore Quasimodo, Italo Calvino e Paolo Volponi lo sostennero nel tempo. Come lo amarono Gianni Mura e Ascanio Celestini, conquistati dalla sua storia di emigrato a Oslo, operaio metallurgico in una fabbrica di chiodi, la Christiania Spigerverk”.

La vita in quella fonderia è diventato lo sfondo dei suoi versi. “Una vita di frontiera la sua, quella di un meridionale del mondo, che diviene condizione universale del popolo precario di tutti i tempi e degli ultimi di qualsiasi latitudine” proseguono gli artisti.

“Il nostro spettacolo – aggiunge Ferracuti - racconta la sua storia di emigrato, operaio e poeta, i temi del lavoro molto presenti nella sua produzione poetica si legano a quella della canzone d'autore, penso a Gaber, Ciampi, Lolli, Tenco. È uno spettacolo molto politico dove i testi di Di Ruscio raccontano dal di dentro le rabbie, i sogni di chi vive la fabbrica come clausura, anche se Di Ruscio è un poeta tout court che ha un suo spazio consolidato nella letteratura italiana del 900”.

Durante lo spettacolo si alterneranno brani originali scritti per lo spettacolo a grandi classici come “Io e te” di Enzo Jannacci o “Il vino” di Piero Ciampi. “Per me e Capodacqua è un modo per tenerne in vita la condotta esemplare, ma soprattutto per farlo conoscere a un pubblico giovane”.

Il mondo è sempre più conquistato dai versi del poeta fermano, tanto che i libri sono stai tradotti e sono in vendita in Francia e Stati Uniti, dove è arrivata l’ultima la versione inglese di "Poesie scelte" curate da Massimo Gezzi per Marcos Y Marcos.

Uno sviluppo che richiede grande impegno, a cominciare da quello dello stesso Ferracuti che è curatore testamentario delle opere di Luigi Di Ruscio, su mandato dei familiari. Lavoro che ha già portato alla pubblicazione della ‘Neve nera’ e ‘Romanzi’.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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