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Sos del sistema sanitario: "A mani vuote contro il virus: servono personale, tamponi e risorse". Chiusa la Rsa di Porto San Giorgio

29 Ottobre 2020

di Raffaele Vitali

FERMO – “Ogni giorno che passa sono più preoccupato. Siamo a mani nude contro il virus” esordisce Licio Livini, direttore generale dell’Asur 4. “Cerchiamo di difenderci. I numeri ci stanno vendendo addosso (686 positivi al Covid oggi nelle Marche)”.

La pandemia è “in espansione incontrollata” per il sistema sanitario. “Noi facciamo 500 tamponi al giorno, se poi il totale della regione Marche è 2mila, qualcosa non torna. Tutti devono fare la propria parte in regione”.

Da qui l’appello alle cose più semplici: tamponi, test, isolamento e tracciamento. “Poi arrivano i ricoveri, che noi dobbiamo frenare lavorando sulla prevenzione”.

RISORSE UMANE

Il tracciamento è complesso: “Ma se avessimo più personale e forze potremmo renderlo più tempestivo. Un aiuto in arrivo dall’assunzione di sette medici neo abilitati che saranno messi a supporto del dipartimento di prevenzione e del territorio. “In particolare aiuteranno a livello scuola, dove abbiamo difficoltà oggettive nostre e altre legate a preoccupazioni e paure di istituti e sindaci”.

Notizia di poche ore fa il personale che la protezione civile nazionale mette a disposizione: “Noi abbiamo bisogno sul territorio per arginare il Covid”.  Ragioniamo su punti di riferimento nelle aree interne, anche per tamponi. “Potremmo pensare un servizio a giorni alterni tra Amandola, ci è sato richiesto anche dall’amministrazione, e la zona di Montegiorgio” precisano Livini e Vittorio Scialè, direttore del distretto unico: “Scialè. “Il drive ha una logistica fondamentale. La Protezione civile che ci aiuta da sei mesi a Fermo non può agire in montagna. quindi? Il ragionamento deve essere completo, non basta portare medici e infermieri”.

DIPARTIMENTO PREVENZIONE

Situazione in peggioramento, il direttore Giuseppe Ciarrocchi lo chiarisce subito. “Dati molto negativi, abbiamo un numero di positivi vicino al raddoppio giornaliero. Quello che stiamo facendo fin a oggi non è più sufficiente. Diventa difficile il tracciamento con tanti numeri. Siamo sommersi di tamponi positivi. Se arriviamo allo scenario di tipo 3, con Rt maggiore di 1, vanno in crisi i sistemi sanitari, dal territorio al Murri. Per cui, cosa è importante ridurre i movimenti fuori da casa e frequentare meno persone possibili al di fuori del nucleo abitativo. Più si resta a casa e meglio è. mascherina e igiene delle mani è fondamentale anche dentro casa”.

Serve sinergia con le istituzioni, cominciando dai sindaci. “Non si impongono chiusure, ma si dice alla gente di restare a casa ed evitare contatti al di fuori del nucleo familiare. Solo così abbasseremo la curva. Ricordiamo che sono i comportamenti di quindici giorni fa hanno favorito la crescita”.

IL TERRITORIO

Accordo nazionale per i tamponi rapidi antigenici negli ambulatori dei medicio. “Abbiamo una risposta validata e rapida molto più semplice di un tampone molecolare” precisa Scialè. “Chiaro che servono milioni di test, altrimenti vendiamo fumo. Una disposizione regionale della Di Furia arrivata il 23 ottobre chiude le Rsa e dice di fare ogni 15 giorni i test antigenici a tutti gli ospiti delle strutture. Bene, ma solo per Av4 occorrono 3mila test al mese. Come si può garantire un servizio di questo tipo se poi leggo che l’Asur fa una gara da 15mila dosi? C’è uno scollamento tra centro e periferia, che ha il cerino in mano. Per spegnerlo servono risorse e disposizioni”. Nel mentre sono stati distribuiti 37mila vaccini anti influenzali.

Difficoltà, ma c’è anche la capacità di reazione. “Un operatore positivo nella Rsa di Porto San Giorgio dentro l'ex ospedale. Ha prodotto 6 ospiti positivi, su 14, ma tutti asintomatici. Valutato le possibili soluzioni, trasferiti tre a Campofilone, tre a domicilio. La Rsa resta ora chiusa per due giorni e riparte da lunedì. Intervento rapido, possibile perché abbiamo Campofilone, struttura di fondamentale importanza per il territorio e l’ospedale”.

LE LACUNE

C’è un ‘ma’ che pesa su tutto: “Non esiste un piano regionale, come a marzo (100 Campofilone e 100 villa Fastigi) di supporto ai reparti per acuti. Oggi ci sono 15 posti a Chiaravalle e 20 a Galantara oltre ai nostri. Invece è  necessario avere posti pronti per poter dare all’ospedale una possibilità di scarico” ribadisce Scialè. E Livini rincara: “Stiamo pensando di riconvertire qualche struttura nostra, ma lo facciano anche gli altri. Tutti devono correre e avere visione come Fermo”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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