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Soffia la Bora sul futuro del Pd: "Azzerare i vertici regionali. Il partito torni a unire e discutere"

5 Novembre 2025

FERMO – Fabrizio Cesetti già il suo missile lo aveva fatto partire: resettare la segreteria regionale del Partito Democratico. Ora è il momento della grande esclusa dal voto regionale, Manuela Bora. L’ex assessora ha atteso qualche giorno, ha osservato quanto accaduto attorno a Mastrovincenzo, per cui p dovuto intervenire Matteo Ricci per ripristinare equilibrio e pseudo serenità, e poi ha aggiunto un carico alle parole di Cesetti.

“Ritengo che sia ormai indispensabile azzerare i livelli intermedi e ripartire dalla base, valorizzando nei gruppi dirigenti quelle diversità rimaste troppo a lungo ai margini. Sono convinta che il vero cambiamento possa nascere solo da tre parole semplici ma essenziali: trasparenza, democrazia e partecipazione. Trasparenza, perché chi guida deve spiegare apertamente le proprie scelte” sottolinea Bora. Un messaggio non velato alla segretaria Bomprezzi, che si è candidata, poi non eletta, proprio al posto della Bora nel collegio di Ancona.

“Il Partito Democratico – ribadisce Manuela Bora - ha un problema di democrazia. Non voglio parlare di me. Voglio parlare del partito in cui credo da sempre, il Pd, e di ciò che sta accadendo. Chi ama qualcosa deve avere il coraggio di guardarla negli occhi e dire la verità. Negli ultimi mesi - prosegue - abbiamo sentito tante parole belle. Unità, apertura, partecipazione, ma la realtà è un'altra. Mentre si parla di unità, ci si divide. Mentre si parla di apertura, ci si chiude. Mentre si parla di partecipazione, si costruiscono muri. Non mancano le idee, manca il metodo”.

Un metodo che deve dimenticare i ‘caminetti’, ovvero i luoghi di decisione piccoli e poco inclusivi: “Serve un modo di decidere, di scegliere, di coinvolgere. Un partito che toglie le primarie, che decide nei caminetti invece che nei circoli, che valuta la fedeltà più del consenso, non è più il partito che volevamo costruire. Nelle Marche tutto questo si è visto con chiarezza”.

Ancora una volta è mancata la discussione post sconfitta: “Dopo la sconfitta di ricci, ci saremmo aspettati una riflessione vera, aperta, collettiva. Invece no. La segreteria regionale, guidata da Chantal Bomprezzi, non si è assunta alcuna responsabilità politica. E oggi il partito regionale è fermo, chiuso dentro logiche che allontanano le persone invece di avvicinarle. Le candidature alle comunali vengono decise senza trasparenza, senza confronto, senza ascolto. Si parla di regole, ma le regole servono solo a giustificare le scelte già fatte”.

Unica soluzione: azzerare. “Non mi sono candidata con la civica di Ricci non perché mi mancasse la voglia di mettermi in gioco, ma perché non accetto scorciatoie, di prestare il mio volto a un sistema che in pubblico ti chiede aiuto e in privato prepara la tua esclusione. Resto nel Pd perché credo si possa e si debba cambiare da dentro. Il Pd deve tornare a essere una casa, non una caserma. Un luogo dove si discute, non dove si obbedisce”.

r.vit.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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